L’Italia dei governatori: “Basta colori e tamponificio”
L’Europa tenta di cambiare le regole incoraggiando gli Stati membri a ridimensionare la valutazione del rischio Covid basato sulle mappe. Una rivoluzione che anche l’Italia potrebbe sposare e su cui sono scesi in campo, compatti, i presidenti delle Regioni.
«Abbiamo assunto posizione forte», dichiara il veneto Luca Zaia al termine della riunione dei governatori a Roma. Sul piatto un documento indirizzato al ministro della Salute, Roberto Speranza, per chiedere al governo di allinearsi alle direttive dell’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.
Nel dettaglio, cosa chiedono le Regioni all’esecutivo? Le proposte sono le seguenti: il superamento del sistema a colori delle zone di rischio; la revisione delle misure di sorveglianza sanitaria, suddividendo tra i casi positivi asintomatici e quelli con sintomatologia correlata; sospensione del contact tracing per l’elevata incidenza per la variante Omicron; riduzione dei giorni di isolamento per i lavoratori dei servizi essenziali; revisione e superamento dell’attuale sistema di sorveglianza nelle scuole, procedendo alla sospensione della didattica in presenza solo per i soggetti sintomatici; revisione della classificazione dei ricoveri Covid; riconoscimento della certificazione verde rilasciata da un Paese dell’Unione europea in corso di validità; in via transitoria, consentire l’utilizzo di green pass stranieri con una durata maggiore rispetto a quella vigente in Italia, prevedendo l’effettuazione di tamponi.
Tutte misure che, in via diretta e indiretta, influenzerebbero fortemente i flussi turistici. Riguardo ai colori delle regioni, ricordiamo che da lunedì scorso sono passate in giallo Puglia e Sardegna, mentre Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia sono diventate arancioni, andandosi ad aggiungere alla Valle d’Aosta, primo territorio ad aver assunto questo colore nel 2022. Cambi di tinta che provocano cancellazioni e disdette.
«Il principio generale – spiega il presidente del Veneto Zaia – è semplificare l’approccio prendendo atto della mutata realtà, che ci dice, ad esempio, che il contact tracing è saltato, perché con 20.000 positivi al giorno in una Regione ci sono 200.000 persone da contattare. È evidente che il modello attuale non funziona, come si è visto con il caos tamponi che non ha assolutamente risolto il problema».
Tesi ribadite dal presidente della Lombardia Attilio Fontana, che ha aggiunto: «La situazione epidemiologica è in netto miglioramento in tutto il Paese, quindi occorre impostare una nuova strategia che consenta ai nostri territori di riprendere a far correre l’economia e ai cittadini di tornare a vivere con più serenità». E, dunque, anche a viaggiare.
«È giunto il momento di semplificare la vita a coloro che hanno completato le vaccinazioni. Devono essere liberi senza certificazioni e tamponi», afferma l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. «Si può combattere il Covid e semplificare vita persone con regole chiare», rimarca in un tweet il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti.
«Il conteggio dei malati Covid, che tiene conto anche di coloro che risultano positivi ma ricoverati per altre patologie, come il sistema dei colori delle regioni e il tracciamento sono tutte cose che appartengono al passato: non sono più coerenti con la situazione della pandemia oggi e, pertanto, vanno modificate e in fretta», sollecita il governatore ligure Giovanni Toti.
«I presidenti delle Regioni, di vario orientamento politico sono tutti compatti: serve un salto di qualità», sottolinea il presidente della Toscana, Eugenio Giani. Altro tema trattato è quello dei turisti stranieri: «Abbiamo posto il problema dei viaggiatori che arrivano dall’estero e per i quali c’è un problema di riconoscimento del green pass», conclude il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.