Da Laghi a Gubitosi: totonomine per il commissario Alitalia
E così arriverà un commissario a gestire la patata bollente di Alitalia, in vista della liquidazione della compagnia o della vendita dei suoi asset. Nessuna nazionalizzazione in vista dunque, almeno a stare alle parole del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti che, intervistato a Radio anch’io, è stato chiaro: «La situazione di Alitalia è molto difficile, ma la nazionalizzazione è esclusa e saranno i commissari a fare le verifiche sulle prospettive future».
Tutto questo mentre il cda della compagnia ha avviato l’iter per il commissariamento, prendendo atto del netto no dei dipendenti all’accordo del 14 aprile emerso dal referendum. La parola adesso passa all’assemblea dei soci, in programma il 2 maggio, che dovrebbe ratificare questa scelta, una scelta che tra le altre cose comporta l’uscita di scena dei soci – le banche con quasi un miliardo di euro di perdite: Unicredit (500 milioni) e Intesa (300) – e l’arrivo di uno o più commissari.
Per il momento, il totonomi parla della nomina del commercialista romano Enrico Laghi, già commissario dell’Ilva, o in alternativa di Luigi Gubitosi, membro del consiglio di amministrazione di Alitalia e presidente esecutivo in pectore.
Il commissario, in concreto, dovrà in breve tempo predisporre un piano industriale bis con l’obiettivo di trovare acquirenti o nuovi investitori. Nel caso in cui la ricerca non portasse a nulla di positivo, la legge prevede che, dopo 6 mesi, venga chiesto dal vettore il fallimento, con la procedura liquidatoria.
A quel punto partirebbero per i lavoratori due anni di cassa integrazione e gli asset della compagnia sarebbero ceduti a pezzi ai migliori offerenti. Il denaro incassato verrà poi usato per pagare pro quota i creditori.
Insomma, una prospettiva per niente rosea per Alitalia, che intanto dovrebbe beneficiare di un prestito ponte da parte del governo per gestire nel migliore dei modi questa fase. L’esecutivo ha già annunciato infatti che negozierà con l’Unione europea il via libera ad un aiuto pubblico «per un orizzonte di sei mesi», come ha spiegato il ministro Carlo Calenda.
Soldi utili a garantire la normale attività nella fase di amministrazione straordinaria (al momento Alitalia ha abbastanza fondi per continuare a volare solo per le prossime due o tre settimane), mentre anche l’Enac, Ente nazionale per l’aviazione civile, si è detta disponibile a lasciare il certificato di operatore aereo (Coa) alla compagnia in attesa che venga nominato il commissario.
Dopodiché, la licenza verrà sospesa e al commissario, verificato che abbia a disposizione le risorse sufficienti, verrà concessa un’autorizzazione temporanea rinnovata mese per mese.