Diritti di volo Ue: aeroporti e vettori ai ferri corti
La data limite è il 30 ottobre 2022: da quel giorno in poi la regola che garantisce i diritti per conservare le bande orarie (slot) nel trasporto aereo europeo tornerà al classico sistema 80-20. Da novembre, quindi, si tornerà alle regole pre Covid che significa che le compagnie aeree dovranno utilizzare l’80% degli slot orari assegnati per non perderne i diritti di volo.
Durante gli ultimi due anni di pandemia, infatti, l’Unione europea ha concesso un waiver ovvero un alleggerimento di questa norma permettendo l’utilizzo degli slot con percentuali più basse (al momento il minimo è fissato al 64%) per facilitare la ripresa del settore e il recupero delle compagnie aeree.
Ad oggi, però, visti i grandi numeri della ripartenza estiva Bruxelles non ha intenzione di prorogare il waiver per la stagione invernale, richiesta che invece è sostenuta dall’associazione internazionale delle compagnie aeree (Iata) e di cui si è fatto portavo ce anche l’ad di Ita Airways, Fabio Lazzerini, in una recente intervista al nostro giornale. Per i vettori, infatti, il rischio è che – per garantirsi i diritti di volo su alcune destinazioni– debbano operare alcune rotte che con un load factor molto bassoe che di conseguenza non risultano profittevoli, per di più in bassa stagione, gravando così sui bilanci (ancora sofferenti a causa della pandemia, ndr).
La proposta della Commissione europea – su cui si sta concentrando il pressing delle lobby dei vettori – sancisce il ritorno alla norma pre Covid, ma la regola deve essere ratificata sia dal Consiglio Ue sia dal Parlamento europeo. Le associazioni degli aeroporti continentali – Aci Europe in primis – spingono per il ritorno al modello 80-20, sostenendo che così si mette al centro “la connettività e i consumatori, invece che l’interesse di alcuni gruppi di compagnie aeree. La proposta della Commissione Ue concede tutta la flessibilità necessaria alle compagnie aeree per mantenere gli slot che non possono utilizzare a causa dell’impatto persistente della pandemia di Covid-19 o delle interruzioni operative, riconoscendo che il recupero dell’aviazione è ben avviato”, ha rimarcato l’associazione in uno statement.
Per Aci Europe, infine, alcuni Stati europei “insistendo su un tasso di utilizzo inferiore del 70%, o anche meno, hanno ignorato le realtà del mercato e hanno scelto di schierarsi con gli interessi delle compagnie aeree a danno del resto dell’aviazione, erodendo la connettività e la scelta dei consumatori. Il tasso di utilizzo inferiore durante l’estate ha già contribuito ad un aumento del 13% delle tariffe aeree a luglio e agosto ed è stato anche un fattore che ha contribuito alla congestione e alle interruzioni operative osservate in molti aeroporti”.
Secondo Iata, invece, il ritorno della norma 80-20 sugli slot provocherà purtroppo anche la ripresa dei voli-fantsama visti nel primo anno di pandemia (da British a Lufthansa per esempio, ndr) : alcune compagnie aeree saranno costrette infatti ad operare voli senza passeggeri solo per mantenere attivi i diritti di volo. «Riuscire a soddisfare una domanda così forte è stata una sfida difficilissima per il settore durante questa estate e continuerà ad esserlo anche nei prossimi mesi. Per questo chiediamo all’Europa e agli aeroporti maggiore flessibilità anche per il futuro: anche perché abbiamo notato come gli stessi aeroporti , a causa della carenza di personale, non sono stati in grado di garantire la piena operatività di una domanda di viaggi così alta.
Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.
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