Outgoing tra rilancio e incognite: il 2023 del travel
Dopo una stagione estiva che ha fatto esultare gran parte delle destinazioni, anticipando la ripresa con numeri e velocità al di là delle aspettative, si aprono le porte di un inverno e di un inizio 2023 pieni di incognite che lasciano ben sperare, ma con molta cautela. Con i rincari diffusi che colpiscono turisti e industria senza pietà, i balli della politica e le incertezze economiche dovute a un’imminente recessione, la voglia di viaggiare si scontrerà duramente con la realtà dei prossimi mesi.
Ma le aspettative restano comunque buone e, per l’outbound, il 2023 segnerà la recovery completa nella maggior parte delle destinazioni meta del turismo italiano. È quanto rilevato nell’incontro a Rimini dal titolo “Fiavet e l’Outgoing” a cui hanno partecipato 8 differenti enti del turismo, tra i più rappresentativi per il nostro mercato, e moderato dalla presidente dell’associazione delle agenzie di viaggi Ivana Jelinic.
Sono cambiate le abitudini del viaggiatore, che ha scoperto mete differenti e migliorato la performance di Paesi più vicini come ad esempio la Slovenia dove, secondo Aljoša Ota, direttore dell’ente del turismo sloveno, «l’Italia ha fatto molto bene nei primi otto mesi dell’anno, con oltre 282mila arrivi e 614mila pernottamenti, rispettivamente il 10% e l’8% del totale estero. Siamo soddisfatti e ci aspettiamo che continui questo trend anche se pesa sul futuro l’incognita rincari».
Altrettanto entusiasta la direttrice dell’ente del turismo della Croazia, Viviana Vukelic, che oltre ad annunciare gli ottimi risultati di questi primi mesi 2022, ha ricordato anche le sfide che aspettano il Paese per il prossimo anno, prima tra tutte l’entrata in vigore dell’euro. «Abbiamo avuto numeri ottimi, oltre le aspettative, anche se si è ridotta la lunghezza dei soggiorni – ha detto la direttrice – A trainare la domanda anche il turismo benessere e medico, attrattiva per sempre più visitatori. Il 2023 sarà di sicuro una grande sfida. Oltre al conflitto in Ucraina, l’inflazione con prezzi folli e il Covid, dal 1° gennaio entreremo in Shengen e adotteremo l’euro con tutte le incognite del caso. Quest’anno i numeri sono stati alti anche perché noi non abbiamo mai chiuso con coprifuoco e green pass. Il turismo per la Croazia è un’industria troppo importante».
Un po’ di preoccupazione anche nelle parole di Kyriaki Boulasidou, direttrice dell’Ente Nazionale Ellenico per il Turismo, che nonostante l’ottima performance estiva «quest’anno è stato facile e difficile allo stesso tempo. Cancellazioni dei voli, aumenti dei prezzi, sono state tante le problematiche da affrontare in piena stagione, ma abbiamo comunque registrato un’ottima performance del mercato italiano il quinto per la destinazione, con più di un milione di visitatori. Abbiamo superato i visitatori del 2019 ed è aumentata la spesa pro capite. Gli italiani in Grecia si sentono a casa, è questo il nostro segreto, e continuiamo a lavorare per mantenere questo spirito».
Un po’ più a Est, anche la Turchia si conferma tra le destinazioni preferite dagli italiani, con un «Obiettivo 2023 di raggiungere le 700mila presenze turistiche dal nostro Paese – ha spiegato Riza Haluk Söner, direttore dell’ente del turismo turco – Per questo stiamo dando il via a una promozione che vede protagonista di uno spot il famoso Can Yaman».
Cambia leggermente la situazione quando si passa allo studio dei mercati intercontinentali, fortemente influenzati quest’anno dalla ridotta offerta di voli e dal caos che ha caratterizzato l’estate del trasporto aereo. «Le nostre proiezioni parlano di 60mila turisti italiani, siamo ben lontani dai 300mila registrati nel 2019 – racconta Sandro Botticelli, direttore marketing per l’Italia dell’ente del turismo del Thailandia – La capacità aerea offerta è al 30% di quella pre Covid e i risultati del mercato italiano sono stati il 20-22% rispetto a prima della pandemia, un po’ più bassi rispetto alla media europea sia per la mancanza di voli, sia per la ridotta capacità di spesa. Non abbiamo voli, ma abbiamo sole e il caldo, per cui la nostra campagna per l’inverno è un invito a staccare il riscaldamento e venire a lavorare da remoto in Thailandia».
Sotto il sole anche dall’altra parte del mondo, ai Caraibi, la Repubblica Dominicana che ha annunciato una buona annata con «Un ottimo mese di settembre, migliore anche del 2019 con 450 mila turisti italiani – ha detto Neyda Garcia, direttore dell’ente dominicano – Siamo stati tra i primi Paesi a riaprire dopo la pandemia e speriamo di recuperare i dati precedenti, quando l’Italia ci inviava più di 5 milioni di turisti l’anno».
Anche negli Stati Uniti, l’estate è andata molto bene e si continua a lavorare per crescere sempre più «L’idea è tornare per il 2024 ai numeri del 2019 – ha detto Francesco Paradisi, presidente Visit Usa Italy – Si lavora per migliorare le criticità del 2022, sia nei servizi, che quest’anno non hanno sempre rispettato le aspettative dei turisti, sia nei costi. L’idea è di promuovere idee diverse, Stati dove l’incidenza del turismo italiano è bassa. Ci aspettiamo un inverno interessante anche se non ai livelli del 2019-2020 e lavoriamo affinché il 2023 sia forte».