Se l’incoming si affida agli influencer: il caso My Tour in Italy
Si potrebbe chiamare “incoming influencer marketing“, la nuova frontiera che il tour operator ricettivista di Siena, My Tour in Italy, ha tracciato avvalendosi di content creator e influencer dei principali social network per intercettare clientela di nuova generazione, attraverso storie, video e fotografie postate su Instagram, Facebook e TikTok.
Mirko Righi, ceo di My Tour in Italy, società con oltre 50 dipendenti, uffici a Siena, Svizzera e Albania e oltre 100mila clienti registrati nell’ultimo anno operativo, non ha dubbi: «In questi due anni di sosta forzata a causa del Covid ci siamo interrogati su come potevamo approntare la ripartenza, aprendo la nostra attività a nuove opportunità con un budget comunque limitato, e abbiamo individuato nei canali social la possibilità di ampliare la clientela, raggiungendo anche viaggiatori di nuova generazione con un investimento mirato».
«Ci siamo resi conto – prosegue – che oggi, tra i consumer turistici, dopo lo tsunami di recensioni online e di un enorme gamma di offerte veicolata su internet, è tornata prepotentemente la voglia di stabilire un contatto, una relazione. Ed è così che abbiamo lanciato la scommessa digital marketing a mezzo social: i travel influencer raccontano le loro sensazioni e vengono seguiti nelle loro esperienze turistiche. Così come i content creator possono ideare dei format di video e fotografie ad alto valore aggiunto per promuovere destinazioni e servizi turistici. Abbiamo quindi coinvolto circa 25 influencer, alcuni giovanissimi ma con una buona platea di follower, offrendo loro gratuitamente i nostri servizi sul territorio – dai tour in Vespa o a bordo delle mitiche 500, alle visite ale cantine del Chianti, per avere in cambio le loro testimonianze ed esperienze postate sui vari canali social. Sono diventati veri e propri collaboratori nella commercializzazione del nostro prodotto».
E Angela Harizaj, direttore commerciale e social manager di My Tour in Italy, spiega: «Abbiamo applicato questo modello di influencer marketing a My Tour in Italy per farci conoscere anche dal pubblico italiano nel minor tempo possibile e crearci una reputation nel mercato. Abbiamo selezionato i content creator, scelto insieme le loro storie, i loro contenuti, con un piano editoriale. E successivamente abbiamo utilizzato strumenti gratuiti come notjustanaytics.com per valutare l’account e il suo livello di interazione con i follower. Da parte nostra, abbiamo offerto gratuitamente ai social partner i prodotti e servizi My Tour in Italy, nonché la possibilità di organizzare eventi social per le loro community. Mentre ai content creator abbiamo chiesto reel, video, interviste, articoli sui blog e altri contenuti per presidiare in modo sistematico i vari canali. Queste affiliazioni e la scontistica riconosciuta ai content creator hanno già portato incrementi nelle vendite del t.o.».
Per pianificare al meglio questa strategia, My Tour in Italy si è avvalso di professionisti specializzati come Davide Valin di XeniaPro, agenzia di digital marketing. È stato lui, nel corso del workshop formativo del t.o. al Casale dello Sparviero a Castellina nel Chianti (Toscana), a raccontare l’importanza dei social e di come la scelta di un’agenzia all’altezza possa supportare al meglio la strategia di un operatore: «La nostra mission è attrarre traffico quotidiano, convertirlo in lead, chiudere la vendita e fidelizzare i clienti per farli diventare a loro volta promotori del brand. Per far questo occorre che l’operatore si organizzi al suo interno e condivida con noi un’analisi preliminare. Si passa poi allo studio del target e alla definizione degli obiettivi. Successivamente, si individuano e si creano i contenuti con revisione del sito web. Il passaggio finale riguarda, infine, la distribuzione dei contenuti tramite newsletter, social, Pr».
Sul tema è intervenuta anche la giovane Marinela Marku di Mms Agency, social media manager ed esperta di reel, che ha spiegato perché i social più adatti al turismo sono sicuramente Instagram, Facebook e TikTok: «Le visualizzazioni possono trasmettere emozioni e creare la giusta empatia intorno a un luogo, una meta. La considerevole crescita di TikTok ci ha insegnato, poi, che i video brevi possono avere una loro valenza anche nella promozione dei viaggi. Così come racconti di storie assurde possono generare tantissime visualizzazioni. Mentre in un ambiente social come Facebook, i post possono rappresentare dei contenuti performanti e, allo stesso modo, le dirette riescono a conquistare migliaia di follower. Riguardo a queste realtà social ci sono poi dei passaggi must da seguire, come ad esempio garantire la continuità del racconto e dei video; e al tempo stesso, ci sono degli errori da evitare, come i racconti troppo lunghi».
Per l’anno che verrà, My Tour in Italy ha già lanciato la sua doppia scommessa: «Da un lato – anticipa Righi – la gamma di servizi e prodotti incoming che contemplano Tour in 500 o in Vespa, passeggiate a cavallo e altre esperienze stimolanti, da veicolare sempre più sui social, per arrivare al 50% di vendite tramite Ota e adv fisiche e l’altra metà attraverso i social network, intercettando così anche le nuove generazioni di viaggiatori; dall’altra – prosegue – una linea di prodotti e servizi upscale, come degustazioni di vini in cantine esclusive o itinerari inediti ispirati a degustazioni di rum, cioccolato e sigari, veicolati con il brand My Luxury Experience, per una fascia di clientela altospendente. Una linea, quest’ultima, con un sito esclusivo che non è aperto a tutti: un vero e proprio club a cui ci si iscrive per ricevere proposte molto particolari».