Arabia Saudita, la scoperta di una meta giovane e green
La domanda più frequente che si sentono rivolgere dagli agenti di viaggi è «il velo è obbligatorio per le donne?». Ma poi c’è chi fatica a distinguere l’Arabia Saudita dagli altri Paesi arabi e chi non ricorda che proprio qui si trova la Mecca, meta dei musulmani di tutto il mondo.
«Serve molto lavoro di formazione», dicono i responsabili dell’ufficio milanese di Sta – Saudi Tourism Authority, «perché il Paese si è aperto al turismo solo nel 2018 e gli stessi tour operator lo stanno scoprendo».
Le iniziative, dopo il fermo totale provocato dalla pandemia scoppiata proprio all’indomani dell’apertura della sede italiana dell’ente nazionale di promozione turistica, sono partite all’inizio di quest’anno con due educational riservati ai tour operator. Mentre la scorsa settimana il Saudi Hub, come è stata chiamata la sede operativa di Sta, a due passi dal Duomo, ha ospitato una tre giorni di formazione e di presentazione della destinazione riservata ad agenti di viaggi e stampa di settore.
Le curiosità degli addetti ai lavori sono le stesse della gran parte dei potenziali turisti. E va detto che la decisione di spalancare il Paese al turismo si è accompagnata a un percorso di apertura culturale che ha portato, per rispondere alla domanda iniziale, a togliere l’obbligo di indossare il velo, non solo alle donne straniere, ma anche alle cittadine saudite. Non è l’unica iniziativa che le autorità locali hanno preso in questa direzione ma forse la più significativa, insieme al permesso di guidare l’auto, concesso alle donne già nel 2017.
«È un Paese molto giovane», ricorda il market manager di Sta, Alberto Truffa, del team di Tourism Hub: «Tre quarti della popolazione – fa sapere – è sotto i 55 anni. E questo sta accelerando i processi di ammodernamento complessivo. Oltre a portare anche un’atmosfera frizzante che si respira dappertutto e si materializza nei tanti eventi di divertimento sfrenato organizzati continuamente».
Per capire il potenziale turistico del Paese, però, Truffa parte dalle dimensioni del territorio: il 12° al mondo per estensione. Questo comporta una estrema varietà di climi e di conformazione del paesaggio; che va da una costa sul Mar Rosso, con una barriera corallina di quasi 2mila chilometri, al deserto con l’oasi più grande del mondo fino alle montagne innevate, dove si potrebbe anche programmare una settimana bianca.
«Ma il fattore più apprezzato dai turisti – sottolinea – è che questo sviluppo è programmato dando priorità all’ambiente. Dallo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili alla tutela della biodiversità, tutti i progetti, anche i più futuristici e tecnologici, mantengono il requisito di assoluta sostenibilità. In coerenza con gli obiettivi dell’Agenda 2030, un programma grazie al quale il Paese ridurrà drasticamente la dipendenza da petrolio e porterà la quota di energie rinnovabili, attualmente sotto l’1%, al 50%».