Cinque Terre, il sindaco di Riomaggiore: «Sì al booking preventivo»
Dalla Via dell’Amore a una terza via è un attimo. Cinquant’anni di età, secondo mandato come sindaco di Riomaggiore, Fabrizia Pecunia va a caccia di una soluzione ideale per proteggere una delle Cinque Terre dall’overtourism. Ma storce il naso di fronte al numero chiuso e al ticket d’ingresso.
E allora, sindaco, c’è un’altra ipotesi?
«Sì, una prenotazione preventiva che tenga conto dello spazio e del tempo all’interno di un territorio disomogeneo».
Quasi 5 milioni di turisti nel 2022: l’overtourism rischia di soffocare Riomaggiore?
«Per la precisione, 4.800.000. È una situazione delicata, considerando che nel 2023 è previsto un incremento degli arrivi. Soprattutto sul fronte crociere: il porto di La Spezia ci ha comunicato che si passerà dai 550mila sulle navi a 700mila. A ottobre abbiamo convocato gli stati generali del Parco delle Cinque Terre: nel 2018-19 i visitatori si aggiravano sui 3 milioni e mezzo. Ora affronteremo un flusso superiore rispetto al periodo pre Covid».
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Qual è la ricetta giusta per contenere l’invasione?
«Nel 2017 avevamo introdotto una piattaforma per registrare e contingentare i bus turistici, che nel nostro Comune possono arrivare solo a Manarola, perché a Riomaggiore la strada è stretta. In una sola mattinata eravamo arrivati a contarne 33. Abbiamo stabilito che a Manarola può arrivare un pullman ogni mezz’ora e abbassato la frequenza».
In un giorno d’estate quante persone arrivano?
«Abbiamo una media di 10.000 persone a borgo. C’è stato un incremento esponenziale di chi si concede una vacanza nel territorio e lo capiamo anche dall’imposta di soggiorno, che per noi è veramente minima: 2 euro a testa a notte e si paga solo per i primi 3 giorni. Nel 2019 abbiamo incassato 500.000 euro, quest’anno arriveremo a 600.000, considerando anche i contributi dello Stato. A oggi manca una strategia nazionale che fornisca gli strumenti idonei ai Comuni»
Da dove bisogna partire?
«Vorrei che il sistema di prenotazione, già sperimentato con successo per i bus, venisse esteso a tutte le Cinque Terre, anche se c’è un problema di competenza territoriale. L’obiettivo è arrivare a una prenotazione preventiva, non a un numero chiuso tout court, ma a una distribuzione all’interno del Parco».
Però lei il ticket non lo vuole: e allora?
«Trasformiamo l’imposta di soggiorno in tassa d’ingresso, ma non con un biglietto a 10 euro. Io vorrei toglierla perché penalizza il turista che pernotta. Io devo sostenere i costi, soprattutto per chi transita e non paga».
Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004
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