Ungheria, Terjék: «Raddoppio dei congressi entro il 2030»
Focus sul Mice per l’Ungheria, che mira a riposizionarsi su tutti i mercati, e in particolare su quello italiano, come la destinazione ideale dove organizzare congressi, eventi e viaggi incentive di successo. Il potenziamento del turismo congressuale è infatti uno dei pilastri del Piano strategico di sviluppo del turismo 2017-2030, su cui Visit Hungary punta per consolidare la ripresa turistica post pandemia, che nel 2022 ha comunque fatto registrare risultati al di sopra delle aspettative.
«I dati dell’anno appena concluso sono stati una grande sorpresa – ci dice Maté Terjék, responsabile sviluppo mercato italiano Visit Hungary National Tourism Organisation – Tanto da avvicinarsi al record del 2019. I visitatori sono stati 14,2 milioni, per un totale di quasi 40 milioni di pernottamenti: circa il 40% in più rispetto al 2021. Le previsioni sono ottimistiche anche per il 2023, calcoliamo infatti di totalizzare qualcosa come 40,8 milioni di notti. L’Italia, che prima della pandemia rappresentava il quarto mercato estero, nel 2022 si è attestata al quinto posto con quasi 220mila arrivi per complessivi 636mila pernottamenti, concentrati per il 60% tra settembre e dicembre, pari a una media di 2,7 giorni per persona».
Delle 11 regioni turistiche ungheresi, le più popolari tra gli italiani sono state il Lago Balaton, l’area intorno a Budapest, Győr-Pannonhalma, situata vicino al confine con l’Austria, Pécs-Villány, vicina alla Croazia, Debrecen e i suoi dintorni, la Grande Pianura Settentrionale. Budapest è di gran lunga la città più gettonata, seguita da Hévíz, Kecskemét, Gyor, Debrecen e Pécs. «Questi dati evidenziano una tendenza – sottolinea Terjék – a voler scoprire l’Ungheria autentica e non fermarsi solamente a Budapest. Se fino al 2019 il 94% degli italiani visitavano solamente la capitale, ora sono scesi all’83%, segno che aumenta l’interesse anche per il resto del Paese».
Secondo una ricerca condotta da Visit Hungary, gli italiani associano l’Ungheria alle visite turistiche (58%), alle attrazioni culturali (46%), a un’ampia gamma di attrazioni e attività (42%), alla gastronomia (42%), alle terme e al benessere (41%). In generale, l’Ungheria è percepita come una destinazione che vale il prezzo (63%), amichevole e accogliente (42%).
Sul piano internazionale, gli sforzi di Visit Hungary, che ha recentemente inglobato il Budapest Convention Bureau, sono in massima parte concentrati sul settore Mice, ritenuto di grande importanza in quanto più redditizio rispetto al comparto leisure.
«L’obiettivo è raddoppiare il numero di congressi internazionali ospitati in Ungheria entro il 2030 – afferma Maté Terjék – E di conseguenza aumentare le entrate derivanti da questo settore. Nello specifico miriamo a ottenere un incremento di una volta e mezzo dei ricavi dei viaggi incentive e del 20% del fatturato di eventi aziendali organizzati in Ungheria».
Si inserisce in questa strategia il potenziamento delle strutture ricettive, con l’apertura di nuovi alberghi 4 e 5 stelle in tutto il Paese, per un totale di circa 4.500 nuove camere entro il 2025, a opera sia di catene internazionali, come Mercure, sia di proprietà ungherese, come Bdest Hotel Management, che sta ristrutturando palazzi storici e castelli, trasformandoli in boutique hotel. Del recupero e mantenimento di una rete di musei, edifici e giardini d’epoca da adibire a location per eventi, matrimoni, incentive, produzioni televisive e cinematografiche si occupa anche la Nöf National Heritage Protection and Development Non-profit Ltd.