Europa, perché il travel zoppica ancora

Europa, perché il travel zoppica ancora
07 Marzo 08:51 2023 Stampa questo articolo

Se il turismo nel medio e corto raggio ha anticipato ogni previsione, sorprendendo l’industria con numeri quasi pre pandemici già dal 2022, per quello di lungo raggio c’è ancora un po’ da attendere: forse fino al 2025. Secondo le previsioni della Etc – European Travel Commission, presentate in occasione dell’Itb di Berlino, per il ritorno dei visitatori intercontinentali nella destinazione Europa bisogna aspettare un altro paio di anni.

Si potrebbe dare la colpa alla guerra in Ucraina, all’inflazione galoppante, alle difficoltà per il rilascio dei passaporti, ma non basterebbe. È indubbio che tutte queste variabili influenzino le scelte dei viaggiatori, ma una grande responsabilità dei numeri bassi, è da attribuire ai grandi assenti del settore, la Cina e in parte anche il Giappone. La prima ancora non permette ai cittadini di venire liberamente in Europa (eccetto in Russia, Svizzera e Ungheria) e il secondo ha riaperto le frontiere ma il flusso di giapponesi che arriva in Europa è ancora decisamente timido.

Il fatto è, che la Cina da sola genera il 25% del turismo incoming in Europa e nel 2023 resterà più o meno al 60% dei livelli pre Covid. Anche l’India e il Brasile vedranno il recupero totale nel 2025, e quindi meno male che ci sono gli Stati Uniti, con la loro grande domanda, sostenuta dal dollaro forte. Per gli Usa, le previsioni parlano infatti di un recupero dei flussi 2019 all’80% nel 2023 e totale nel 2024.

«Considerata l’instabilità economica in Europa, diventa cruciale in questo momento dare il giusto impulso al turismo di lungo raggio per sostenere la ripresa – ha detto Luis Araujo, presidente della European Travel Commission – I trend sono positivi, i visitatori che vengono nelle destinazioni europee soggiornano più a lungo e spendono di più». Per questo i mercati che originano i flussi vanno stimolati, con l’offerta di viaggi combinati in più Paesi e un’offerta che sia diversificata e segmentata, oltre che comunicata in maniera molto chiara.

Nel 2023 il focus della commissione sarà sulla promozione di tre diverse nicchie di offerta: natura e outdoor, storia e cultura, città contemporanee e creative. I differenti prodotti verranno presentati con più o meno enfasi a seconda del mercato, come ad esempio la natura in Australia o la storia in Nord America e le città creative in Giappone.

«Le persone, nonostante tutto, vogliono viaggiare – ha spiegato David Goodger, director of Tourism Economics – La gente di tutto il mondo continua a dare priorità alle esperienze, e quindi anche ai viaggi e le destinazioni europee dovrebbero approfittare per crescere nella classifica delle preferenze mondiali».

«L’Europa è un mercato in salute, anche se soffre la mancanza dei cinesi – ha aggiunto Tom Jenkins, ceo di Etoa – Le destinazioni dovrebbero investire nel prodotto, offrendo ai turisti i servizi di cui hanno bisogno. Sono molti gli ostacoli da superare in questo momento, dal costo del carburante che continua a salire alla capacità ridotta a livello europeo. Alcuni fattori sono incontrollabili da parte nostra, ma dove si può, si deve agire. È un esempio il rilascio dei visti che va velocizzato e semplificato, così come i protocolli che ancora richiedono i tamponi. Bisogna compiere ogni sforzo possibile per fare sentire i visitatori i benvenuti».

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Paola Camera
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