Pambianco Summit: “L’hôtellerie italiana vira sul lusso”

Pambianco Summit: “L’hôtellerie italiana vira sul lusso”
09 Marzo 12:03 2023 Stampa questo articolo

L’Italia è “un contenitore troppo piccolo” per il turismo di massa. La vocazione di questo Paese si basa su strutture ad almeno 4-5 stelle. Questa affermazione, al centro della ricerca presentata da Pambianco durante il primo Hôtellerie Summit, che si è tenuto mercoledì nella sede della Borsa di Milano, è stata confermata da molti degli ospiti che si sono fatti intervistare dallo stesso David Pambianco, ceo della società che porta il suo nome. Sul palco si sono alternati i presidenti delle associazioni di categoria, Federalberghi e Confindustria Alberghi, e i vertici di aziende come Alpitour, Starhotels, Lungarno Collection, Hilton Italia.

Tutti a confermare il momento d’oro che sta vivendo il settore della hospitality, ma con la cautela di chi sa che può trattarsi del cosiddetto rimbalzo tecnico. Ovvero la reazione del mercato a due anni di chiusura totale per la pandemia. In realtà, secondo un’anticipazione sui dati del 2022, gli arrivi internazionali registrati dall’estero nel 2022 sono stati 51 milioni, quindi ne mancano più di 10 milioni per raggiungere la cifra del 2019, quando furono 61 milioni. Va considerato pure che al momento mancano ancora gli arrivi dall’Asia.

Parlando di scenari mondiali, e basandosi sui dati del 2021, che per adesso sono i più recenti disponibili presso le fonti ufficiali, si ricava che l’Europa è stato il continente più attrattivo per il turismo mondiale con il 64% degli arrivi internazionali. Tra i Paesi europei, l’Italia, con 27 milioni era terza, dopo Francia (48,5 milioni) e Spagna (31 milioni).

Ma in che modo è attrezzato il sistema ricettivo italiano per accogliere questa massa di visitatori? Gli alberghi sono in totale 32mila. Ma il dato interessante è che per quasi tre quarti sono di fascia economica: 55% 3 stelle, 19% 4 stelle.

Il dato interessante evidenziato dalla ricerca Pambianco è che la tendenza verso strutture di maggior pregio: dal 2017 al 2021 sono leggermente diminuite le strutture fino a 3 stelle e sono cresciute (complessivamente del 6,5%) quelle a 4-5 stelle. Cifre che vanno interpretate tenendo presente che gli alberghi di fascia alta sono quelli preferiti dagli stranieri: il 60% degli arrivi dall’estero ha scelto i 5 stelle e il 38% i 4 stelle.

Il settore del turismo non sfugge alla caratteristica dominante del sistema imprenditoriale italiano, caratterizzato da sempre da aziende di dimensioni medio-piccole, le cosiddette Pmi. I 32mila alberghi corrispondono a 22mila imprese.

Per avere un’immagine più nitida, basta pensare che il 91% delle aziende ha meno di 20 dipendenti e sviluppa il 43% del fatturato complessivo. Le aziende con oltre 50 dipendenti sono poco più del 2% ma fattura il 36% del totale.

Negli ultimi anni, proprio durante la pandemia, si sono registrate molte transazioni per acquisizioni di strutture da parte di catene internazionali e di imprese anche italiane ma di maggiori dimensioni.

Nel 2022 sono state effettuate 46 operazioni per un valore complessivo di 1,4 miliardi. Ventiquattro di queste erano stranieri che compravano in Italia, gli altri 22 italiani che investivano nel proprio Paese. Un numero discreto, ma che evidenzia – come lo stesso Pambianco ha fatto notare in un recente report – una contrazione di tali operazioni rispetto all’exploit dell’anno precedente.

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Giampiero Moncada
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