Il turismo che verrà: summit di esperti a Travel Hashtag
Una visione sul futuro del turismo nel corso di Travel Hashtag, evento appena concluso a Cremona, con focus su alcuni tra i segmenti con maggiori possibilità di sviluppo come il turismo delle piccole città e dei territori, l’enoturismo, il turismo delle radici e quello inclusivo.
Questa decima edizione dell’evento itinerante prende il via all’Auditorium Arvedi, all’interno del Museo del Violino di Cremona, con un’esibizione unica di Lena Yokoyama con uno stradivari appena tolto dalla teca. «Una di quelle esperienze culturali che dovrebbero essere al centro di ogni viaggio del futuro», sottolinea Nicola Romanelli, organizzatore della manifestazione.
Tutto è possibile, fa osservare Dora Paradies, esperta di destination marketing, portando l’esempio di Abu Dhabi che in trenta anni che è stata capace di costruire una destinazione turistica dal nulla: «Una nuova chiave di promozione dovrebbe oggi essere trovata nell’Italia del post pandemia, dobbiamo cogliere questa occasione di rinascita per definire lo sviluppo andando oltre il turismo tradizionale».
Aderisce a questo concetto anche il presidente di Federterziario, Enzo Carella: «Investire nel turismo è indispensabile per uno sviluppo sostenibile dei territori, poiché il turismo è una filiera che costruisce il tessuto connettivo della nostra società, e dà carattere al territorio».
Il turismo culturale è, in questo quadro, decisivo secondo Alessandra Priante, direttore Europa dell’Unwto, che ha il suo punto di forza nell’enogastronomia, driver principale di spinta al viaggio culturale in un territorio: «Cerchiamo di aiutare i Paesi a sviluppare turismo culturale e sostenibile, perché questo è un punto essenziale nell’Agenda 2030 cui noi tutti dobbiamo fare riferimento».
Da parte sua, Roberta Garibaldi, vicepresidente comitato turismo Ocse, conferma la forte spinta del turismo enogastronomico, sottolineando come, tuttavia, sia mutato anche questo, sempre più abbinato a esperienze di degustazione originali, a richieste di informazioni e infrastrutture specifiche, a combinati con altri target: «Gli abbinamenti diventano sempre più importanti; idee come i treni del gusto, o cicloturismo e food, tour nei caseifici sono sempre più apprezzati e vanno valorizzati».
Anche Valentina Quattro, industry relation director Italy and Spain di TheFork, si è soffermata sull’enogastronomia illustrando i trend in atto tra cui spicca la riscoperta delle radici, e il nuovo sguardo rivolto al ristorante qual luogo non solo del cibo, ma della socializzazione. Anche TheFork constata la necessità della virata verso il sostenibile prediletto 67% degli utenti che usano l’app.
Essenziale, come aveva fatto notare in apertura anche Dora Paradies, l’approccio data driven, che non sempre è fruttuoso se non è univoco. «Tra pochi giorni saremo a Parigi per definire standard comuni, con tutti i Paesi del mondo, per la misurazione dei dati», ricorda Garibaldi. Dove non c’è uniformità non è possibile programmare, e in alcuni casi diventa fondamentale, come nelle certificazioni di sostenibilità, che ormai sono centinaia. «Misurare in modo univoco è necessario per formulare delle analisi predittive – continua la vp Ocse – è un investimento importante che andrà poi messo a disposizione di aziende e istituzioni».
A inquadrare il turismo nelle città d’arte, tema di fondo di molti interventi, è Alessandro Callari, manager Italia, Malta, Israele, di Booking: «Sicuramente c’è stata una ripresa nel 2021, ma concentrata nei mesi estivi; il 2022 invece ha visto una grande crescita, soprattutto nel secondo e terzo trimestre, ma qualcosa è mancato: il volume di prenotazioni dell’ultimo trimestre, un trend dettato dalla molta incertezza, che ha dirottato i turisti verso il 2023, un anno che si sta rivelando promettente». Le città d’arte nei primi mesi dell’anno sono già cresciute più dello scorso anno, ma quelle più piccole hanno delle difficoltà. Callari vede nelle cause di questo trend negativo la mancanza di offerta ricettiva, costruita per l’80% su strutture medio piccole a gestione familiare: «Il digitale rappresenta, in questa situazione frammentaria, una grande opportunità per la visibilità internazionale, perché basandosi su un piccolo potenziale di investimento si arriva competere sul mercato globale».
Un’acuta lettura delle possibilità di sviluppo territoriali viene da Giorgio Palmucci, vice presidente Th Resorts e dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi, il quale avvisa che l’Italia sta attirando sempre più l’interesse degli investimenti internazionali: «Secondo una recente ricerca siamo nell’ordine di 10 miliardi di euro pronti a essere investiti nel settore, come vedremo a maggio, a Ihif di Berlino, nel dettaglio».
«Sono molti gli investitori asiatici, e non solo, che guardano alle città di piccole e medie dimensioni, ormai predilette nel post Covid», afferma Palmucci. «Ci sono catene che stanno aprendo esclusivamente in location minori, ma attenzione: tutti sono attenti alla qualità degli asset, tra cui la capacità di contenere consumi: la sostenibilità, è ormai veramente decisiva». Secondo Palmucci, abbiamo di fronte un periodo di sviluppo della ricettività alberghiera ed extralberghiera che potrebbero convivere in modo integrato, facendo attenzione a non snaturare la vita quotidiana nei centri storici, perché nella nostra offerta è fondamentale anche l’italian way of life.
Davide Scarantino, presidente di Italianway, aderisce al concetto di integrazione tra extralberghiero e alberghiero, ma osserva: «Per costruire un albergo ci vogliono anni, mentre in Italia abbiamo 6 milioni di case non utilizzate e moltissime altre sottoutilizzate, un settore che vale diversi miliardi di euro e ha un indotto della stessa portata, con enormi possibilità di sviluppo, perché attualmente abbiamo property manager per 200.000 abitazioni nel Paese». Il maggiore spazio di crescita, secondo Scarantino, è da ricercarsi nella narrazione del prodotto, quindi la comunicazione, e nella gestione professionale. Di fatto, il revenue management è indispensabile anche nell’extralberghiero: «E questo è il nostro compito: diffondere professionalità e conoscenze».
Sulle potenzialità dei piccoli borghi interviene anche Leonardo Cesarini, direttore commerciale di Trenord, il quale legge le ferrovie quale fulcro del territorio. In Europa immagina un futuro con una decina di hub internazionali e un grande sviluppo dell’Alta Velocità, coadiuvata da un sistema ferroviario regionale integrato con le destinazioni. In questo ambito, le gite in treno possono essere una grande opportunità. «Abbiamo in portfolio di destinazioni tra neve, parchi divertimenti e laghi con accordi di comarketing territoriali in pieno sviluppo – afferma Cesarini – Nel 2021 abbiamo venduto 5.600.000 biglietti, lo scorso anno siamo arrivati a 8.800.000 e siamo in crescita del 38% nel 2023. I biglietti integrati con esperienze sono molto apprezzati e nel 2023 sono in crescita del 80%». I tre cluster principali sono neve (comprensivo di skypass e transfer in pista), laghi (con battelli ) e parchi divertimento. Sicuramente un progetto imitabile in altre regioni.
Infine, le opportunità del turismo delle radici vengono rievocate da Antonio Nicoletti, direttore dell’Apt Basilicata, regione che lo scorso anno a novembre ha lanciato la prima edizione della borsa Roots: «Non abbiamo fatto altro che riconoscere un segmento che già esisteva, e dare dignità a questi turisti». La Basilicata è una delle regioni che maggiormente ha sofferto per l’emigrazione e oggi si vuole favorire l’accoglienza per questa nicchia di viaggiatori per cui la Regione svolge un’attività costante, non solo durante la borsa. Sicuramente sono centrali per questi turisti dei personaggi iconici, come Francis Ford Coppola che ha realizzato un relais 5 stelle a Bernalda, in provincia di Matera, trasformandola in una destinazione per artisti di Hollywood. «Chi è partito non è mai andato via davvero – conclude Nicoletti – Rimane un legame intangibile, ma importante con il territorio, un turismo per il quale è anche gratificante adoperarsi».