Ue, ancora tagli e scioperi aerei. E il grande assente è il Cielo Unico
Dopo il caos voli e aeroporti dell’estate 2022, dovuti alla carenza di personale e all’aumento della domanda in Europa, ci saremmo augurati che un anno di tempo sarebbe stato sufficiente a rimettere in piedi l’intero sistema del trasporto aereo europeo. Così non è stato e i segnali arrivano da più parti: tagli ai voli, scioperi di primavera, tetto alle rotte dai principali aeroporti, preludio di una summer rovente.
L’Europa è già in pieno orario estivo Iata, ma vista da fuori sembra ancora un coacervo di incognite, mezze misure, regole locali, inerzia affannosa e mancanza di coordinamento che non tranquillizza.
Gli esempi nell’ultimo mese non sono mancati: l’aeroporto di Amsterdam che ripristina il tetto ai voli e annuncia nuovi tagli che hanno portato alla battaglia legale con Iata e alcune compagnie, Lufthansa e British che operano cancellazioni preventive per evitare disagi durante i picchi estivi; lo scalo di Madrid Barajas che vive un primo clamoroso weekend di disguidi. E una miriade di grandi e piccoli scioperi: dai controllori di volo francesi alle proteste in Spagna fino alle mobilitazioni italiane contro low cost e non solo.
A questi dati basta aggiungere che i ritardi accumulati dalle compagnie aeree sui voli sono ormai una costante certificata per disegnare un quadro preoccupante. Eurocontrol, infatti, ha annunciato che c’è stato un aumento del 33% dei ritardi sui voli in arrivo rispetto allo stesso periodo del 2019, con una media di 16,9 minuti di ritardo per ogni volo. Nei periodi di picco questa media aumenta velocemente. Il tasso di puntualità dei voli in partenza, inoltre, a inizio luglio 2022 era inferiore al 50% e nei mesi successivi ha raramente superato quota 60%. Infine, circa il 6,9% dei voli di linea in Europa nel 2022 non è mai decollato.
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Questi numeri, però, potrebbero perfino peggiorare durante la summer 2023. Ad affermarlo è Rory Sergison, responsabile dell’infrastruttura Air Traffic Management Europe di Iata. «Non possiamo prevedere cosa accadrà e come i nostri partner affronteranno le sfide che attendono il trasporto aereo. Questo rende impossibile per le compagnie aeree pianificare», ha detto il Sergison. Con gli spazi aerei di Russia e Ucraina chiusi, inoltre, per Iata il traffico aereo si spingerà verso sud, con un sovraccarico dei corridoi dell’Europa sudorientale.
A farne le spese potrebbero essere soprattutto i corridoi che attraversano Turchia e Grecia, che saranno già sottoposte a un’enorme quantità di traffico aereo turistico. La progressiva riapertura dei mercati asiatici, Cina in primis, aggraverà ancor di più il problema, soprattutto con i flussi di viaggiatori che si aggregheranno verso i grandi hub aeroportuali europei.
Secondo Sergison, infine, non ci sono molte soluzioni al momento, sebbene sarebbe d’aiuto una gestione dei flussi del traffico aereo centralizzata e slegata dai singoli Stati. Ovvero, la base su cui poggia l’adozione del Cielo Unico Europeo, che però «è una riforma bloccata da veti politici nazionali e comunitari. I cieli europei erano saturi nel 2022 e ci aspettiamo più traffico nel 2023».
Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.
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