Roma Fiumicino, decolla Fco Connect con il combinato treno+aereo di Ita e Trenitalia
Decolla Fco Connect, la nuova intermodalità condivisa da Ita Airways, Aeroporti di Roma e Trenitalia: un prodotto treno+aereo – di cui avevamo già dato notizia qui – che permette ai passeggeri di ottimizzare e semplificare la loro esperienza di viaggio unendo la tratta ferroviaria Roma Termini-Fiumicino a quella aerea con un biglietto combinato e un check-in presso banchi dedicati nella stazione ferroviaria dell’aeroporto.
La soluzione, firmata da AccesRail, consente ai passeggeri di acquistare su tutti i canali digitali di Ita Airways, tramite agenzie abilitate, biglietterie Ita e contact center del vettore, un biglietto combinato treno+aereo. E ai passeggeri, anche di voli nazionali, che scelgono questa combinazione intermodale sarà possibile effettuare un comodo check-in ancor prima di entrare in aeroporto. Questo prodotto è valido per quegli utenti che acquistano biglietti Frecciarossa ed entro qualche giorno anche biglietti del Leonardo Express, che ha una corsa ogni 20 minuti da Roma Termini allo scalo.
In questo modo si facilita anche la connessione intermodale per passeggeri non romani: infatti con i treni da Firenze, Padova, Venezia su Roma Termini sarà possibile sfruttare i collegamenti del Freccuiarossa o del Leonardo Express su Fiumicino per arrivare all’aeroporto e imbarcarsi su voli nazionali e intercontinentali.
Entusiasta il commento di Pierluigi Di Palma, presidente Enac: «Si realizza un sogno, si inizia a fare davvero sistema con un atto concreto, come previsto anche nel nostro Piano Trasporti con l’integrazione intermodale. Tocchiamo con mano la soddisfazione del cliente, la tutela dei diritti del passeggero. Aver portato il nostro Paese a comprendere che questi servizi erano roccaforti di monopoli, distanti anni luce dal pieno riconoscimento dei diritti di un utente, è oggi un segnale importante. È una policy di sistema “azzeccata” oggi, dopo la pandemia, che è segno di un fermento positivo tra i vari attori della mobilità».
E il pieno fermento operativo lo ha confermato lo stesso Fabio Lazzerini, amministratore delegato di Ita Airways, che ha osservato: «Dopo l’atto di coraggio di far decollare una compagnia aerea in un periodo così difficile, abbiamo fatto seguire altri atti di rispetto nei confronti del passeggero-cliente. Oggi finisce anche una concorrenza (quella con l’alta velocità ferroviaria, ndr) che non aveva logica. Diamo la possibilità al cliente di scegliere come muoversi aggregando vari servizi di mobilità, operando anche nell’ottica della sostenibilità ambientale».
«C’è poi un fattore rilevante – ha aggiunto Lazzerini – e riguarda un dato di fatto: l’Italia è sotto servita nei collegamenti intercontinentali rispetto alla domanda aerea: il deficit di offerta di voli intercontinentali è attualmente del 52%, il ché vuol dire che metà dei nostri connazionali deve scegliere un aeroporto alternativo e per questo pagare tasse all’estero. Questa nuova offerta fa bene all’economìa perché ci consentirà anche di ridurre alcuni servizi aerei nazionali, stanziando preziose risorse sui voli internazionali e intercontinentali. Stiamo in pratica lavorando per sostituire alcune tratte aeree con un efficiente collegamento ferroviario. È un obiettivo che possiamo condividere con i nostri partner».
Lazzerini ha poi concluso ricordando le linee strategiche di Ita Airways, che vedono tra le priorità il rinnovamento della flotta: «Chiuderemo il 2023 con 52 nuovi aeromobili ed, entro i prossimi anni, il 90% della nostra flotta sarà composta da macchine nuovissime che riducono anche il consumo di carburante. Poi c’è lo sviluppo tecnologico: abbiamo fatto un accordo con l’ente aerospaziale europeo che ci permette di ottimizzare le rotte grazie alla consultazione in tempo reale delle condizioni meteo, dandoci quindi la possibilità di sfruttare rotte dove ci sono minori correnti contrarie, per risparmiare anche carburante. E a questo proposito, stiamo studiando tempi e modalità per l’utilizzo di carburante a basso impatto ambientale. Non è un approccio semplice perché attualmente il Saf costa sette volte più del normale carburante ed è anti-economico poterlo sfruttare, oltre ad avere tassazioni inaccettabili. Ci devono essere politiche di incentivi per favorire l’utilizzo di questi carburanti. Nel frattempo lavoriamo come Trenitalia, e con Trenitalia, per la sostenibilità ambientale e sociale».
La scommessa Fco Connect è stata subito condivisa dal partner Fs, come ha evidenziato l’amministratore delegato della stessa Trenitalia, Luigi Corradi: «È una tappa davvero importante ed è solo il punto di partenza perché stiamo sviluppando diverse idee che vedono coinvolti aeroporti, aerei e treni. L’intermodalità è il modello vincente, l’alternativa è perdere tutti. Il cliente ormai chiede efficienza nella mobilità, ma anche sostenibilità. Non c’è più guerra aereo-ferro-gomma: il polo passeggeri di Ferrovie dello Stato è nato proprio per efficientare i nostri servizi, coinvolgendo gli autobus e i treni. Altro passaggio-chiave sarà quello dei parcheggi: stiamo aumentando gli spazi. Già da giugno si potranno acquistare ticket per parcheggiare insieme al biglietto del treno. Biglietti che in futuro diventeanno gratuiti. Ma sui nostri siti si possono già acquistare corse in traghetto, come quelle per Capri. Tanti piccoli esempi di intermodalità che facilitano la mobilità degli utenti. Stiamo studiando nuove soluzioni tenendo sempre presente le richieste dell’utente: sappiamo bene, ad esempio, che Fco Connect è anche un risparmio economico per tutti. Altro beneficio è rappresentato dalla sostenibilità ambientale, un must che i giovani ci chiedono di adottare. E stiamo parlando dei futuri viaggiatori che domani sceglieranno anche a seconda del grado di sostenibilità del mezzo scelto. C’è poi il valore del tempo: sul treno si possono fare tante cose, ammirare il paesaggio, lavorare, conversare, socializzare».
Il progetto ha visto coinvolta, ovviamente, anche Adr, la società di gestione dell’aeroporto internazionale di Fiumicino. Sull’importanza di questa novità di servizio si è soffermato il suo ad Marco Troncone: «Il lancio di Fco Connect è parte di un progetto più ampio del sistema aeroportuale, una tappa importante di un percorso intrapreso un anno fa con l’accordo globale con Ferrovie dello Stato. Una visione strategica che ha una valenza positiva anche rispetto ad altri Paesi europei, perché non vuole disunire per legge come succede in Francia dove è stato imposto il non-utilizzo dell’aereo per percorrenze fino a 250 km. Da noi vale la legge di mercato. Dobbiamo prendere tutti coscienza che questo dell’intermodalità è un processo irreversibile. L’80% di utenti non romani opta per altri scali europei, fattore negativo che dobbiamo attenuare, riavvicinando una buona parte di questa utenza al modello intermodale. Abbiamo superato una logica competitiva ormai desueta: deve vincere il sistema Italia nel suo insieme, come dimostra Fco Connect. È un inizio e la cosa importante è che questo servizio venga ben percepito. Per questo dovremo incrementare il numero di frequenze da Termini, potenziare anche le corse da San Pietro e Civitavecchia, e ampliare l’area aeroportuale di Fiumicino».
«Sul Saf – ha concluso Troncone – condividiamo le osservazioni di Ita Airways: bisogna renderlo disponibile a un costo ragionevole, di certo non può essere “assorbito” solo da compagnie aeree e passeggeri. Ci vuole una politica condivisa con tutti i referenti istituzionali in Italia e in Europa. Infine la tecnologia: puntiamo su un aeroporto più automizzato, con servizi digitalizzati. E ci stiamo lavorando a tutto campo per trasformare Fiumicino e restituirlo al sistema-Paese in una versione molto avanzata».
Alla presentazione di Fco Connect era presente anche il vice ministro dei Trasporti, Galeazzo Bignami, che ha sottolineato: «L’intuizione – ha commentato – è stata quella di mettere a regime un modello intermodale che possa semplificare la mobilità. Basti pensare agli utenti non romani che scelgono scali esteri per imbarcarsi su voli intercontinentali. Una soluzione come Fco Conncet può permettere di recuperare questa quota di utenza e riportarla nei nostri scali principali, hub intercontinentali».