ChatGpt riapre in Italia: ora rispetta la privacy
Nodo privacy sciolto. ChatGpt, il chatbot basato sull’intelligenza artificiale sviluppato da OpenAi, ha riattivato il suo servizio in Italia. A comunicarlo è la stessa società californiana due giorni prima del termine ultimo del 30 aprile fissato dal nostro Garante per la privacy per adeguare il servizio al Gdpr, ovvero alle norme europee sulla protezione dei dati personali (Gdpr).
Ma di fatto cosa è cambiato? Ora ChatGpt consente di disattivare la cronologia delle chat, in modo tale che le conversazioni senza autorizzazione non potranno essere utilizzate per addestrare e migliorare il tool di OpenAi. Introdotta anche una nuova opzione di esportazione dati nelle proprie impostazioni: “Gli utenti riceveranno un file con la chat e altre informazioni rilevanti via email”, si legge in una nota.
ChatGpt conserverà le nuove conversazioni per 30 giorni. In tale lasso di tempo procederà a esaminarle solo quando necessario per monitorare eventuali abusi, prima di eliminarle definitivamente.
“Stiamo anche lavorando a un nuovo abbonamento business per i professionisti che necessitano un maggiore controllo sui propri dati”, spiega ancora OpenAi. Anche qui ciascun dato degli utenti finali delle aziende non verrà utilizzato per addestrare ChatGpt per impostazione predefinita.
Il Garante italiano della privacy,a inizio aprile, aveva bloccato temporaneamente il chatbot di intelligenza artificiale generativa con un elenco di richieste da soddisfare entro fine mese.
Secondo il Garante, ChatGpt – che prosegue comunque la sua scalata nel travel internazionale – aveva effettuato una raccolta illecita dei dati degli utenti italiani.
È notizia recente, intanto, l’intento di Elon Musk di lanciare il chatbot TruthGpt, un progetto che si porrebbe l’obiettivo di creare “la massima intelligenza artificiale in cerca di verità, che si spera faccia più bene che male”.