Voli, la corsa dei prezzi: «Tasse in aumento»
Le tasse aeroportuali aumenteranno nel corso dei prossimi mesi: una cattiva notizia per compagnie aeree, operatori turistici e passeggeri che influenzerà il prezzo dei biglietti, già in continua ascesa. Lo ha confermato in queste ore Oliver Jankovec, direttore generale di Aci Europe (l’associazione che raggruppa gli operatori aeroportuali continentali) intervenendo all’assemblea generale (Waga 2023) in corso di svolgimento a Barcellona, in Spagna.
La situazione finanziaria degli aeroporti, secondo Jankovec, «continua a essere incerta e impegnativa. I continui aumenti dei costi strutturali e le pressioni sulle entrate contribuiscono a creare una dinamica che è attualmente insostenibile. Per questo le tariffe aeroportuali dovranno aumentare».
A dispetto, quindi, delle continue richieste di Iata, l’associazione internazionale delle compagnie aeree, e di svariati vettori di abbassare i costi dei cosiddetti “diritti aeroportuali”, Aci Europe sostiene la posizione opposta motivando la necessità di dover far lievitare i prezzi per consentire una boccata d’ossigeno ai bilanci degli scali continentali.
Secondo Jankovec, infatti, gli aeroporti europei hanno registrato un utile netto collettivo di 6,4 miliardi di euro nel 2022, mentre il volume di passeggeri è rimasto inferiore del 21% rispetto ai livelli pre Covid. Negli ultimi tre anni però, complice la pandemia, il sistema aeroportuale europeo ha accumulato perdite per oltre 20 miliardi di euro.
Per il direttore generale, inoltre, i debiti e le passività aeroportuali europei ammontano a circa 47 miliardi di euro in più rispetto a prima della pandemia. Oggi, però, c’è un problema in più: l’aumento della concorrenza aeroportuale e le “battaglie” per mantenere le tariffe aeroportuali basse – di pari passo con la crescita record delle tariffe medie delle compagnie aeree – ha portato le tariffe aeroportuali a non rispecchiare più la dinamica inflazionistica. «In termini reali, queste tariffe stanno diminuendo. È un’equazione che non funziona più, quindi dovremo aumentare i nostri costi per gli utenti», ha ribadito Jankovec.
Secondo Aci Europe, inoltre, gli aeroporti europei hanno già tagliato gli investimenti previsti da 34,6 a 18,4 miliardi di euro per i prossimi due anni. Jankovec ha sottolineato, infine, come i diritti aeroportuali siano in aumento del 7% rispetto a prima della pandemia, mentre le tariffe aeree siano cresciute del 32%.
«C’è davvero un solo modo logico per andare avanti, e cioè l’adesione al principio che l’utente deve pagare di più – Gli enti regolatori e i governi devono accettare il fatto che la pressione sui costi e le esigenze di investimento richiedono un adeguamento dei diritti aeroportuali».
Solo poche settimane fa, durante l’assemblea generale Iata, il direttore generale Willie Walsh si era scagliato contro gli aeroporti e le relative tasse e balzelli che incidono sui costi dei vettori. «Non si può tollerare una situazione in cui gli aeroporti tentano di ingannare le compagnie aeree e i loro passeggeri con aumenti significativi dei diritti aeroportuali», aveva detto Walsh. Ora la replica di Jankovec sembra portare lo scontro aeroporti-compagnie a un livello ancora più alto. E chissà cosa ne pensa Ryanair che per motivi similari – l’aumento dell’addizionale comunale sulle tasse aeroportuali – ha appena scelto di tagliare pesantemente la sua presenza al Marco Polo di Venezia.
Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.
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