Voli, il monito di Aci Europe: “Troppe incertezze, la domanda rallenta»
Continua a dare segnali positivi la ripresa del traffico aereo in Europa, trainato dal gran ritorno dei voli internazionali e intercontinentali. Ma si addensano nubi d’incertezza e il rischio di un crollo della domanda per il prossimo inverno, secondo Aci Europe.
Un pericolo – frutto dell’inflazione, della perdita del potere di acquisto e della fine delle risorse accumulate durante la pandemia dai passeggeri continentali – che rischia di rendere vani gli sforzi di recupero fatti finora.
Il traffico passeggeri sulla rete aeroportuale europea è aumentato, infatti, del 28,3% nel primo semestre 2023 rispetto allo scorso anno, secondo l’associazione che raggruppa gli operatori aeroportuali europei.
Ruolo da protagonista per il traffico internazionale che, con un aumento del 32,2%, raddoppia il traffico nazionale (+16,6%). Rispetto ai livelli pre Covid, quindi, il volume dei passeggeri si è attestato a -7,7% nel primo semestre, con un continuo miglioramento che vedeva gennaio 2023 “fermo” al -11% rispetto allo stesso mese del 2019; mentre a giugno i livelli hanno raggiunto il -5,9%.
«Il traffico passeggeri è rimbalzato negli ultimi 6 mesi, sfiorando la piena ripresa. Tuttavia, ci sono variazioni significative nelle prestazioni tra i mercati nazionali e i volumi rimangono ancora al di sotto dei livelli pre Covid per più della metà (52%) degli aeroporti europei. Questo è dovuto alla grande crescita del mercato ultra low cost e del settore leisure e Vfr (visiting friends & relatives)», ha commentato Olivier Jankovec, direttore generale di Aci Europe.
Per Jankovec, però, «dopo l’estate vediamo importanti rischi di ribasso della domanda e molta incertezza. Tra questi, la prospettiva di un peggioramento della situazione macroeconomica dell’Eurozona e del Regno Unito, nonché i primi segnali di un possibile calo della spesa».
A giugno, le migliori performance di traffico passeggeri sono state registrate dagli aeroporti di Grecia (+14,2% sul 2019), Islanda (+9,3%), Lussemburgo (+8,7%) e Portogallo. I peggiori, invece, sono stati gli scali di Finlandia (-32,2%), Slovenia (-31,9%) e Germania (-21,7%).
Gli aeroporti italiani (+1,9%) svettano tra i mercati più grandi, superando i livelli pre Covid, mentre Spagna (-2,8), Uk (-6%) e Francia (-8,3%) restano a segno negativo.
Gli aeroporti del mercato Ue+ (Unione europea, area euro, Svizzera e Regno Unito) sono cresciuti del +28,7% rispetto allo scorso anno, mentre il resto d’Europa (Albania, Armenia, Bielorussia, Bosnia Erzegovina, Georgia, Israele, Kazakistan, Kosovo, Macedonia del Nord, Moldova, Montenegro, Russia, Serbia, Turchia, Ucraina e Uzbekistan) ha fatto segnare il +26,4%. Rispetto al 2019, però, sono proprio questi ultimi Paesi a sfiorare i livelli pre Covid (-2,1%) mentre il mercato Ue+ resta indietro al -8,7%.
Nella classifica dei singoli aeroporti, intanto, Londra Heathrow si è riconfermato l’aeroporto europeo più trafficato nel primo semestre, gestendo 37 milioni di passeggeri (-4,3% rispetto al 2019). Istanbul International (+10,4%) si piazza al secondo posto con 35,6 milioni di passeggeri ed +è l’unico tra i big a crescere rispetto al pre Covid.
Al terzo posto c’è Parigi-Cdg (-12,6% con 31,8 milioni di passeggeri), seguito da Amsterdam Schiphol (-17% con 28,7 milioni di passeggeri) e Madrid (-2,7% con 28,5 milioni di passeggeri).
Gli scali che crescono meglio rispetto al periodo pre pandemico sono Lisbona (+8,7%), Atene (+7,3%), Palma di Maiorca (+3,8%), Istanbul Sabiha Gökçen (+1,6%) e Dublino (+1,5%).
Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.
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