Passaporti, il caso è risolto. O quasi
Agosto, passaporto mio ti riconosco. Avete presente quel documento in filigrana che vi permette di andare nei Paesi extra Shenghen e negli altri continenti? Sì, esatto, quello che sembrava diventato un Gronchi Rosa fino a poco tempo fa, con attese online impossibili e code chilometriche fuori dalle questure per il rilascio? Ebbene, in coincidenza con il clou delle vacanze estive sembra – e sottolineiamo il sembra – che l’allarme sia rientrato in gran parte d’Italia. La battaglia, combattuta nelle Aule parlamentari e dalle imprese del turismo con il contributo dei cittadini, dunque, è vinta. O quantomeno è a buon punto, ma non ovunque.
A metà giugno un’inchiesta di Altroconsumo aveva denunciato una situazione ancora molto precaria in diverse città, con tempi biblici per avere il passaporto. Tra queste Torino, ma forse si è fatto troppo allarmismo spiega la presidente di Fiavet Piemonte, Gabriella Aires. «In realtà – ci tiene a sottolineare – questo problema in Piemonte è stato risolto da molto tempo. A Torino, ad esempio, il passaporto viene rilasciato tranquillamente da oltre due mesi. Addirittura già a settembre 2022 era stato rafforzato l’organico in Questura e francamente poco dopo grandi emergenze non ne abbiamo più avute. Possiamo anzi dire che qui l’enigma passaporto lo abbiamo sciolto da un pezzo».
Qual è stato lo schema vincente? Aires lo svela così: «Mi ero mossa in anticipo e il questore mi aveva spiegato che durante la pandemia, com’è logico che sia, nel personale c’è stato un cambio di mansioni, perché c’erano pochi passaporti da fare e le urgenze erano altre. Dopo i problemi iniziali, però, sono riusciti a smaltire l’accumulo e devo dire che non siamo mai andati in affanno da questo punto di vista».
Nemmeno un momento critico? «Il periodo con maggiori difficoltà lo abbiamo vissuto fra settembre e ottobre 2022, ma si è risolto tutto con una fila all’alba e il rilascio del documento dopo poco tempo. Diciamo che ognuno ha fatto la propria parte per migliorare le cose: noi, i clienti e la Questura. Torino è stata un esempio e posso dire di aver avuto la massima collaborazione dalle autorità. Ecco, in questo frangente la correttezza di tutti è stata fondamentale».
Anche nel Lazio i passaporti non sono più un problema, a giudicare dalle parole della presidente Maavi, Enrica Montanucci. «Tutto liscio – conferma – E parlo anche e soprattutto a livello di agenzia: abbiamo spedito in Questura clienti con urgenza vera e nel giro di 40 minuti hanno ottenuto il passaporto. E non mi riferisco solo al Lazio, ma anche ad altre zone: me lo hanno confermato tanti colleghi di altre regioni. Per quanto mi riguarda, quindi, la questione passaporti è risolta».
La parola chiave, quindi, è urgenza. «Non c’è dubbio. A luglio il Viminale ha diramato una circolare, precisando che “il viaggio è considerato motivo d’urgenza”, Concetto ribadito dal Questore di Roma, che ho contattato personalmente. Ovviamente, va specificato, per urgenza si intende quella di una persona che deve partire entro 15 giorni: in quel caso il passaporto viene rilasciato in tempo utile per qualsiasi destinazione. Un suggerimento ai cittadini: non fermatevi se trovate qualcuno in turno che non è aggiornato in materia, perché si tratta di un vostro diritto. In presenza di qualche controversia, ho risolto il 100% dei casi». Amen.
Non sono però tutte rose e fiori e alcune sacche di “resistenza” al passaporto esistono ancora. Nella bellissima e martoriata – dagli incendi – Sicilia, non tutto funziona ancora a dovere. Parola a Gianluca Glorioso, presidente di Fiavet Sicilia. «Lo stato dell’arte è questo: abbiamo registrato netti miglioramenti su Agrigento e Caltanissetta, ma, per dire, su Palermo e Catania abbiamo una tempistica di circa tre mesi in piena estate».
Il motivo di questa velocità differente rispetto a Piemonte e Lazio? «Mi parlano di interventi per allinearsi con i tempi che non sono stati portati a compimento, come ad esempio il potenziamento del personale. Per me il problema principale resta il Covid: tanta gente non ha rinnovato il passaporto, poi quando è finita l’emergenza si sono mossi tutti insieme ingolfando la via. Inoltre, ha pesato anche la mancanza materiale dei documenti».
In sostanza, siamo ancora lontani dal “tana libera tutti” di altre regioni. «C’è poco da fare: in alcune zone le cose così stavano e cosi sono rimaste. E le difficoltà permangono non solo per destinazioni dove serve il visto, ma anche per quelle più vendute. Certo non siamo contenti, anche perché, va detto, non tutti sono in grado di programmare una partenza in extremis».
Il passaporto è uguale per tutti. Ma per qualcuno ancora un po’ di più.
Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004
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