In Thailandia 180mila italiani, aspettando il ritorno di Thai Airways
La Thailandia centra il target dei 180mila arrivi dall’Italia per il 2023, ma conta in un aumento consistente dei visitatori l’anno prossimo, grazie al probabile ritorno dell’operatività di Thai Airways. Dal 1° dicembre la compagnia nazionale ripristina il volo giornaliero da Istanbul in codesharing con Turkish Airlines su Bangkok, mentre dal prossimo 1° luglio dovrebbe tornare a volare con diretti su Milano. Un ulteriore impulso al turismo verso il Paese del Sorriso è poi rappresentato dal charter settimanale Milano-Phuket annunciato da Neos, a partire dal 19 dicembre.
«Siamo sicuramente soddisfatti, ma non contenti – dichiara Sandro Botticelli, marketing manager dell’Ente nazionale per il turismo thailandese, che abbiamo incontrato a Ttg Travel Experience – perché comunque i nostri numeri abituali pre-Covid erano sui 300mila arrivi dall’Italia e il nostro obiettivo è tornare quanto prima a quei volumi. Logicamente scontiamo ancora una capacità aerea non sufficiente, ma soprattutto oggi l’Italia sconta la mancanza di un volo diretto. Aspettiamo quindi il prossimo anno e speriamo che la Thai abbia degli aeromobili da mettere sul mercato italiano».
Il nodo voli riguarda anche le tariffe, mediamente più alte del 70% e in alcuni casi addirittura raddoppiate rispetto al periodo pre-Covid, fattore che influisce notevolmente nelle decisioni di viaggio. «Eravamo un po’ preoccupati a inizio anno – commenta in proposito Botticelli – ma devo dire che al momento il mercato italiano ha assorbito questo fortissimo incremento di tariffe e sta acquistando i biglietti nonostante i prezzi ben più elevati rispetto a prima della pandemia. Certo non sappiamo quanto durerà questa tendenza, ma quello che speriamo dal prossimo anno è che un aumento della capacità aerea e tariffe un po’ più accessibili ci consentano il pieno recupero».
Se c’è un risvolto positivo del post-pandemia, è la scomparsa del fenomeno dell’overtourism che affliggeva alcune aree della Thailandia, che nel 2019 è stata la nona nazione al mondo per arrivi internazionali. «Nelle zone che soffrivano di eccesso di turismo la pandemia ci ha restituito un territorio pazzescamente bello, come si presentava venti o trent’anni fa – afferma il manager – E il fatto che ci sia al momento solo un 60% di capacità aerea generale, fa in modo che queste sacche di overtourism non siano ancora tornate. È quindi il momento di andare a visitare mete come Phuket e Samui, che in passato avevamo cercato di mettere un po’ da parte, puntando la promozione sulle seconde destinazioni. Oggi invece possiamo dire che è il momento di tornare a visitare le mete classiche».
Dal suo osservatorio privilegiato, Botticelli rileva con favore un crescente interesse da parte del tour operating e un aumento delle prenotazioni tramite agenzia di viaggi: «Ci fa molto piacere che Alpitour con Neos abbia deciso di rimettere un aeromobile in Thailandia. Al momento si tratta di un solo volo a settimana, ma dovrebbe essere un piano pluriennale, quindi speriamo che in futuro possano diventare 2-3 voli a settimana».
Il mondo del tour operating è in forte fermento, «e bisogna riconoscere che beneficia anche del clima di insicurezza, tra pandemia e guerre. La Thailandia è una destinazione prevalentemente fai da te, tra le più sicure al mondo, e il market share del tour operator negli ultimi anni aveva sicuramente un po’ sofferto, ma vedo che tra guerra, pandemia e altro, anche il viaggiatore fai da te sta tornando nelle agenzie e il market share dei tour operator è aumentato. Magari i numeri non sono quelli del 2019, però il turista è tornato a comprare i pacchetti dei tour operator, e possiamo dire che la situazione è abbastanza positiva. Il periodo peggiore è alle spalle e se questa nuova guerra non si espande, vedo un futuro brillante sia per la Thailandia sia per il mondo dei t.o.», conclude il manager.