Workation, il 32% degli italiani vorrebbe lavorare dall’estero
Lavorare da casa non ci basta più, ora per molti il desiderio è lavorare più in generale in un Paese dove ci piace stare, lontano dal nostro, magari prolungando una vacanza. Una scelta che potendo, secondo una ricerca di Sap Concur (azienda americana che fornisce servizi di gestione delle spese e di viaggio alle imprese), farebbe il 32% degli italiani intervistati su un campione di 600 tra impiegati e quadri di aziende italiane. Al 67% dei dipendenti piace così tanto lavorare fuori dall’ufficio che prenderebbe anche in considerazione una riduzione dello stipendio per poter “lavorare da ovunque” a tempo pieno.
Lavorare lontano da casa e dall’ufficio ha un impatto estremamente positivo, tanto che un dipendente su sei ammette di averlo intenzionalmente fatto negli ultimi 12 mesi senza averlo comunicato esplicitamente al proprio datore di lavoro, anche perché la maggior parte dei dipendenti ritiene facile farlo segretamente senza che l’azienda lo sappia. Infatti, quasi un dipendente su sei (15%) ha consapevolmente lavorato da remoto in un altro Paese senza riferirlo al proprio datore di lavoro negli ultimi 12 mesi.
Ovviamente, dall’altra parte della barricata, i dirigenti sono fortemente preoccupati dalla possibilità che i dipendenti si spostino senza comunicarlo; in media, le figure apicali delle aziende credono che l’8% dei dipendenti della loro azienda abbia consapevolmente “lavorato da ovunque” senza comunicarlo in maniera corretta. In realtà il numero di dipendenti che l’ha fatto è quasi il doppio.
Per nascondere il luogo in cui si trovano, i dipendenti che hanno lavorato da un altro Paese senza dirlo, hanno scientemente coperto le proprie tracce per non farsi scoprire, prendendo forse spunto dalle tecniche usate dai figli, o dai nipoti, durante la lunga parentesi della dad, usando gli stessi mezzi che i vari studenti hanno sperimentato per evitare interrogazioni e verifiche. Per esempio il 37% ha utilizzato uno sfondo virtuale durante una call per nascondere di fatto la propria posizione reale, oppure il 20% ha finto di avere problemi di connessione a internet o con il wifi.
Lavorare da remoto fuori dal proprio Paese comporta anche delle implicazioni fiscali del lavoro svolto in luoghi con diversi regimi di tassazione di cui si deve tenere sempre conto. E’ questa una preoccupazione enorme per il 64% dei dirigenti amministrativi, ma difficilmente percepita come un ostacolo dai dipendenti. Il 75% dei responsabili finanziari ritiene di dover apportare modifiche significative ai processi fiscali e di conformità all’interno dell’azienda per rendere fattibile questo modello di lavoro dall’estero; il 63% dei responsabili delle risorse umane pensa di dover apportare modifiche significative ai processi aziendali (ad esempio, buste paga e benefit) per rendere possibile lavorare da un altro Paese.
La gestione delle spese aziendali è diventata una sfida sempre più complessa, con l’evoluzione costante del mondo del lavoro e le mutate esigenze dei lavoratori. Il trend del “work from anywhere” è uno dei tanti modi in cui è possibile declinare lo smart working e questo comporta cambiamenti significativi nella gestione dei costi aziendali che deve diventare più agile e aggiornato in tempo reale per rispondere a queste trasformazioni. In quest’ottica Sap Concur si rivela uno strumento cruciale per le aziende, consentendo loro di adattarsi rapidamente alle nuove modalità di lavoro e ai cambiamenti nella politica aziendale.