Ferrovie, sciopero record in Germania: traffico in tilt
È lo sciopero ferroviario più lungo in Germania degli ultimi dieci anni. Scattato alle 18 di mercoledì con i treni merci, lo stop interessa dalle 2 di giovedì anche i convogli per passeggeri. Paese paralizzato fino a lunedì, è la quarta agitazione in due mesi dei macchinisti. La sigla di settore Gdl – Gewerkschaft Deutscher Lokomotivführer – rappresenta 40mila dipendenti: da tempo chiede la riduzione della settimana lavorativa da 38 a 35 ore, un aumento di 550 euro al mese e un sistema di compensazione per l’inflazione da rinegoziare ogni 12 mesi.
Come ha segnalato la portavoce di Deutsche Bahn, Anja Broeker, lo sciopero ha «pesanti ripercussioni anche sul traffico merci europeo che avviene attraverso le Alpi o va verso la Scandinavia o i porti marittimi in Olanda e Belgio». La Germania, infatti, è un punto di snodo assai importante: sei corridoi merci europei su dieci passano attraverso il Paese, possibile che si accumulino ritardi nelle consegne ovunque.
Deutsche Bahn ha accusato i sindacati di «tenere il paese in ostaggio» perché ulteriori tagli all’orario di lavoro aggraverebbero una carenza di personale che sta mettendo in difficoltà il sistema ferroviario già da anni. La società ferroviaria non riesce ad assicurare la puntualità e la frequenza dei treni, per mancanza di fondi pubblici e per la mancanza di personale. Il leader del sindacato, Claus Weselsky, ha invece attribuito tutti i problemi dell’azienda alla decisione del governo di privatizzarla.
Lo sciopero arriva in un momento di grande impopolarità del cancelliere Oscar Scholz, che secondo parte dell’opinione pubblica non è stato in grado di gestire efficacemente l’aumento del costo della vita e la crisi economica che ha colpito l’industria tedesca. In questo momento, inoltre, il Paese deve fare i conti anche con le proteste degli agricoltori, che hanno bloccato le strade principali delle città con i trattori contro le proposte del governo di eliminare gradualmente i sussidi sul carburante.