“Turismo dell’anima”, tra sostenibilità e nuovi trend dei viaggiatori
Un turismo più sostenibile, con progetti unici che vanno incontro a nuovi trend ricercati dai viaggiatori, con ricadute positive sul territorio. Sono i temi toccati nel convegno “Un turismo che nutre l’anima e crea prosperità”, organizzato da Aidda, Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda, ente del terzo settore. Focus su arte, cultura e tradizione quali strumenti per rivitalizzare aree bellissime e sconosciute dell’Italia.
Antonella Giachetti, presidente nazionale Aidda, ha dato valore a questa idea di turismo, un settore spesso declinato al femminile. «Nel Pnrr ci sono risorse importanti per l’innovazione, un incentivo che nel turismo potrebbe essere sfruttato meglio». Le colonne di questo sviluppo sono incentrate, secondo Giachetti, sulla formazione delle risorse umane: «Vanno accresciute le competenze non solo nei mestieri tradizionali, ma anche nel digitale, nella sostenibilità e nel risparmio energetico in particolare». Alle istituzioni il compito di creare nuovi stimoli, perché, ha ricordato la presidente, «il 47,7% delle professionalità turistiche oggi è di difficile reperimento».
Nell’occasione Giachetti ha anche rammentato che, nell’ambito del Pnrr si sta realizzando, con il ministero del Turismo, il Tourism Digital Hub, che consentirà alle imprese italiane del terzo settore di illustrare la propria offerta turistica per renderla visibile a livello nazionale e internazionale, ma anche per mettere a disposizione dati utili alle istituzioni per le politiche di settore e alle imprese per la progettazione.
Moltissimi i “case history” di turismo dell’anima presentati nei diversi panel. Matilde Bocca ha raccontato il motivo della scelta di aprire una struttura ricettiva in Piemonte ai confini con la Val d’Aosta, dopo aver investito per anni nel turismo delle grandi città. «Ci abbiamo lavorato per dare valore al territorio, attivando percorsi di arte, enogastronomia, cicloturismo e pian piano anche l’indotto è cresciuto, ma ci aspettiamo che cresca ancora di più, perché gli indicatori ci dicono che nel 2024 ci sarà una crescita degli itinerari fuori dai circuiti cittadini».
Oreste Orbiti ha raccontato invece il caso del Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa, passato dai 4.000 visitatori iniziali a 265.000. Costruito in un’area periferica di Napoli, che ha sofferto dell’abbandono della grande industria, ha consentito grandi mutamenti infrastrutturali e ha sviluppato occupazione. Inoltre, sono stati sottratti treni alla rottamazione.
Per le fabbriche ecclesiali è intervenuto Antonio Mannaioli, vice presidente dell’Afi, per i percorsi incentrati sui grani antichi, invece, Alessia Montani, a capo della start up M’Ama.Seeds.
«Le nostre antiche radici sono beni culturali che raccontano la nostra storia, creando il paesaggio italiano. Se non ci fossero non avremmo gli uliveti e i vigneti, eppure questi semi ci vengono sottratti perché non tutelati. Basti pensare che il kamut viene dalla Sicilia e oggi lo ricompriamo dagli Usa a caro prezzo». Da qui l’idea di costruire il Parco dell’Anima, a Noto, per recuperare grani antichi, sostenibili, meno bisognosi di acqua: così diamo vita al recupero della biodiversità e creiamo un precedente che anche altri Paesi stanno imitando».
Nicola Bellini, docente per la ricerca per la sostenibilità e il clima, ha infine inquadrato queste progettualità nel possibile sviluppo che avrebbero potuto avere con il Piano Borghi. «Un miliardo di euro stanziato, ma con una scarsa capacità progettuale a livello locale, tanto che i borghi rischiano di essere la fotocopia uno dell’altro, alla ricerca attrattiva di un turista che snatura le comunità locali».