Sciopero dei treni: il black monday delle ferrovie
Lunedì a rischio per chi viaggia in treno, a causa delle 8 ore di sciopero nazionale dei ferrovieri. L’agitazione, dalle 9 alle 17, ha un impatto su Trenitalia, Italo e Trenord ed è stata proclamata dai sindacati di base Cub e Usb.
A incrociare le braccia anche i lavoratori del trasporto merci e quelli di Rfi, la società che si occupa della gestione della rete e delle infrastrutture ferroviarie. A subire i maggiori disagi i pendolari, che usano i treni locali, mentre per la lunga percorrenza al momento non si prevedono situazioni particolarmente critiche.
Trenitalia ha comunicato che Frecciarossa e Intercity dovrebbero viaggiare regolarmente, non escludendo però problemi nel servizio anche prima e dopo la durata dello sciopero, e parlando di possibili limitazioni o cancellazioni di treni regionali ed elenca i treni garantiti Anche Italo pubblica una lista dei treni garantiti, mettendo in guardia da possibili disagi e rallentamenti. Alla base della protesta la richiesta di «un vero e adeguato rinnovo contrattuale nazionale», si legge in nota dell’Usb, in cui si ricorda anche la paralisi del trasporto ferroviario che di recente ha mandato in tilt la Germania: «I macchinisti hanno scioperato 6 giorni per le stesse motivazioni, segno che l’attacco padronale è collettivo», sottolineano i sindacati di base.
Ecco, nel dettaglio, le rivendicazioni dell’Usb:
– aumenti del 18% sul minimo contrattuale;
– aumenti del 50% sul salario professionale;
– aumento da 7 a 14 degli scatti di anzianità;
– aumento di tutte le competenze ferme al 2003;
– riduzione dell’orario di lavoro a 36/32 ore settimanali;
A Roma presidio a piazza della Croce Rossa, sede delle Ferrovie di Stato. «È inaccettabile che le relazioni sindacali all’interno di uno dei maggiori gruppi industriali e pubblici proceda nelle attuali condizioni di vacanza normativa, economica e di rappresentanza dei lavoratori», sottolinea ancora l’Usb. Duro l’attacco anche alle altre sigle sindacali che hanno sottoscritto con Trenitalia un accordo lo scorso 10 gennaio, definito «un colpo di spugna: con questa firma si smantellano i residui pilastri contrattuali a tutela dei riposi giornalieri e settimanali, si consegna all’azienda la più totale ultra flessibilità organizzativa a costo economico zero e a maggior danno delle condizioni di lavoro e della qualità complessiva delle vite».