by Andrea Lovelock | 28 Marzo 2017 13:30
«Rispetto alle altre destinazioni europee, con l’abusivismo dilagante nel turismo è il peggior esempio», lo ha ribadito Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, intervenendo al forum internazionale “Turismo e cultura” tenutosi a Roma e organizzato dalla Fondazione Biagio Agnes.
Dopo aver condiviso la valenza del binomio turismo e cultura quale opportunità per un forte sviluppo economico del sistema-paese, ribadito da Ugo De Carolis, ad di Aeroporti di Roma e da Francesco Palumbo, direttore Turismo del Mibact, il presidente degli albergatori ha rilanciato l’emergenza abusivismo evidenziando che «accanto alla priorità del decoro e della pulizia nelle grandi mete italiane, da Venezia a Roma, il vero allarme riguarda l’abusivismo dilagante e la concorrenza sleale di operatori del turismo sommerso».
«Solo a Roma operano ormai 24mila alloggi senza regole che compongono un’offerta ricettiva parallela a quella degli alberghi, ma non sono come sostiene Airbnb, semplici forme integrative del reddito né tantomeno attività occasionali – prosegue Bocca – Siamo di fronte a grandi bugie che danneggiano gli albergatori regolari che pagano le tasse e lo stesso consumer in balia di pseudo operatori ricettivi. Dobbiamo uscire subito da questa zona d’ombra dove si permette l’evasione fiscale e una concorrenza sleale».
Sul fatto, poi, che l’Italia sia una sorta di pecora nera in Europa lo dimostrano fatti eclatanti: a Barcellona, chi vuole affittare il proprio appartamento per periodi brevi, deve chiedere la licenza.
Ad Amsterdam le attività non professionali sono consentite solo per periodi brevi e comunque per non più di 60 giorni l’anno, con automatica apertura di partita Iva. E ancora a Berlino la violazione delle regole per locazioni brevi (massimo 120 giorni) fa scattare sanzioni di 100mila euro.
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