«Avevo sei anni e le dita macchiate di rosso». È il primo ricordo di Adriano Apicella nella sua Vomero Travel, l’agenzia di papà Francesco, nella zona collinare di Napoli. «Quando passavo i pomeriggi dietro il bancone, staccando i biglietti».
«Poi sono cresciuto e mio padre ha detto basta: “Vattene a Milano, se resti qui non impari”». E lui è andato. Adriano diciottenne ha fatto i bagagli ed è partito, fino a diventare ad appena 42 anni amministratore delegato di Welcome Travel Group, la rete di Costa e Alpitour. Ma riavvolgiamo il nastro: prima la laurea alla Cattolica, poi lo stage nel Gruppo Uvet e il master serale in Bocconi per non farsi mancare nulla. Solo allora Apicella senior ha richiamato il figlio alla base: «Ora, se vuoi, puoi tornare». Ma lui no: «Adesso resto qui».
Un no a metà come nella canzone A testa in giù di Pino Daniele, perché “quell’autostrada è un muro pieno di felicità”. Un no a metà perché la sua storia in Welcome è stata scritta in gran parte sotto il Vesuvio, in quella città che conserva la seconda anima del network e che nel 2004 ha visto nascere – proprio grazie a lui – Welcome Travel Sud.
Una storia di autostrade, ma anche di treni Milano-Napoli Centrale: avanti e ‘ndré, annànz’ e arrèt, per creare una correlazione tra il quartier generale e le adv meridionali. Agenzie «affiliate una a una», seguendo un percorso di crescita organico. «All’inizio erano una settantina, pian piano sono aumentate. Senza nessuna acquisizione di rete». Dopo 13 anni il salto ai vertici: «Non me lo aspettavo, ma non ho avuto paura. Perché, di fatto, amministravo già il network al sud».
Certo, qualcosa è cambiato. Prima di tutto la città: «Ci siamo trasferiti a Milano in pianta stabile: io, mio figlio e mia moglie. Lei, milanese doc, è quella a cui Napoli è mancata di più». Riadattatato anche il cognome, da Apicè al più elegante Api. Stravolte le abitudini, la routine: «Andavo a correre in via Caracciolo con il mare di fronte e il Maschio Angioino di lato. Adesso corro ancora, sempre con la musica nelle orecchie, ma è tutta n’ata cosa». Gioca con il dialetto, Adriano. Ne fa vanto e cultura, pur proponendosi al mercato con una sobrietà tutta nordica. Come in Welcome, anche in lui convivono due anime.
E alla domanda se il leader di un network debba essere più manager o capopolo, Apicella le mostra entrambe o forse nessuna: «Il network è un negoziatore commerciale, nel mio caso un mediatore tra le esigenze delle adv e quelle degli azionisti. È un innovatore tecnologico, ma anche un attento osservatore delle leggi. E soprattutto un ottimo ascoltatore: perché le agenzie bisogna starle a sentire».
Si chiama Adriano, mica Masaniello, questo è chiaro. Ma la sua leadership è riconosciuta e il numero di telefono stampato su tutti i biglietti da visita. Anche ora che Welcome viaggia spedita verso i 1.200 punti vendita. Grandi numeri che non sfilacciano il rapporto umano con le adv: «Quando torno a casa, andiamo a cena e finiamo la serata con una bevuta».
E le occasioni di andare a Napoli in trasferta non mancano affatto. Perché lì – parola sua – «c’è la seconda sede del network dopo quella di Milano, con tanto di Service Center leisure e assistenza business travel». Sud e nord che lavorano insieme e nella figura di Adriano Apicella trovano la sintesi.