by Andrea Lovelock | 30 Settembre 2019 12:42
Stilare un documento comune a tutela delle agenzie di viaggi da inoltrare al Mibact e al ministro Dario Franceschini. È l’intenzione emersa dalla riunione convocata a Roma venerdì scorso da Advunite, in occasione della Giornata mondiale del Turismo, alla quale hanno partecipato Aiav, Aidit e Fiavet Lazio e una cinquantina di agenti di viaggi.
«Nei miei propositi – ha dichiarato Cesare Foà, presidente di Advunite – c’era quello di sottoscrivere già in questa occasione un documento da inoltrare al Mibact, ma stavo correndo troppo. Le singole rappresentanze devono fare un passaggio al loro interno per condividere un manifesto ufficiale. È stato comunque un successo aver raggruppato le associazioni delle adv ed essersi confrontati sui temi dell’abusivismo dilagante. È emersa poi l’urgenza di uniformare, in tutte le regioni, gli strumenti normativi per combattere gli irregolari in genere. Non è pensabile, ad esempio, che un’agenzia campana senza direttore tecnico faccia richiesta e ottenga il via libera all’attività dalla Regione Veneto. C’è qualcosa che non funziona».
Foà è un agente di lungo corso, appassionato di associazionismo e da qualche tempo “battitore libero”, un po’ come Fulvio Avataneo, presidente di Aiav, che voluto fare alcune precisazioni: «La morìa di agenzie di viaggi, da 13mila di dieci anni fa alle 8mila di oggi, non è solo colpa dell’abusivismo, ma anche di una crisi economica devastante per aziende come le nostre poco capitalizzate, che non hanno forza economica e per di più non sono coese, dunque con zero incisività nelle interlocuzioni con partner e politici. Mettiamoci pure che, in questi ultimi anni, si è notevolmente ridotta la spesa media dei nostri clienti-viaggiatori, il risultato finale è che a mio avviso la nostra categoria è destinata ad assottigliarsi ancora di più, al punto da azzardare che entro i prossimi dieci anni le adv operanti in Italia non supereranno le 5mila unità. Oggi, poi, lo scenario è ben chiaro: ci sono adv grandi che hanno buoni margini, accanto c’è la stragrande maggioranza di adv che vivacchiano. Riguardo all’abusivismo, serve un’autorità forte che imponga le regole e le faccia rispettare ovunque, non a macchia di leopardo come accade ora. Mi auguro che si possa convocare un tavolo di lavoro delle varie sigle di adv per affrontare insieme i problemi più seri, dalla Iata al turismo scolastico, e procedere uniti, anche se con varie rappresentanze».
Per non parlare poi della “pulizia interna” che il settore dovrebbe fare. Sempre Avataneo ha insistito sul fatto che in Italia, a distanza di un anno dall’entrata in vigore della direttiva Ue sui pacchetti turistici, operano adv senza fondo di garanzia e senza coperture assicurative: «Mele marce che fanno ancor più male dell’abusivo puro».
Che ci non sia la volontà di fare fronte unico è stato contestato da Cesare Altobelli, consigliere di Fiavet Lazio, che ha dichiarato «Noi qui nel Lazio combattiamo l’abusivismo e qualche risultato lo abbiamo ottenuto, anche con chiusure di agenzie irregolari. Sul fatto di condividere una lotta di categoria, proprio in queste settimane abbiamo invitato tutti gli adv, iscritti e non, a partecipare al nostro Congresso in navigazione (a bordo di Grimaldi Lines) per dibattere i temi caldi e provare a decidere azioni di contrasto. Siamo sempre più convinti che debba venir fuori una proposta legislativa da sottoporre ai politici».
Oltre all’abusivismo, Aldo Bevilacqua, direttore generale di Aidit, ha puntato l’attenzione sulle profonde trasformazioni nelle dinamiche del mercato e sulle numerose normative che a livello europeo sono state emanate, quasi tutte esclusivamente a favore del consumer: «Dobbiamo ragionare seriamente su come regolare i rapporti tra operatori e prestatori di servizio che, spesso, operano in altri Paesi con altre legislazioni e altri sistemi fiscali. Dobbiamo cominciare ad affrontare i nostri problemi interni con un’alta formazione, una rivalorizzazione del nostro luogo fisico d’agenzia, che è il vero valore aggiunto del nostro lavoro rispetto alle Olta. È essenziale riappropriarci della nostra dignità professionale e darne visibilità: solo facendo capire chi siamo e quanto valiamo anche a livello economico, potremo avere ascolto pubblico».
Proprio sulle trasformazioni in atto nel mercato si è soffermato Maurizio Pimpinella, presidente dell’Associazione Prestatori di Servizi di Pagamento (Apsp), che ha focalizzato l’attenzione sul tema dei grandi player della rete e in particolare su «Facebook e Amazon, colossi che stanno presidiando il mercato con un loro sistema di servizi integrato che gli permette di vendere di tutto a tutti, grazie a una sofisticatissima profilazione di clienti. Sono loro i veri avversari delle agenzie di viaggi, poiché possono sottrarre l’unico patrimonio rimasto in mano alle adv che è il cliente. E questo perché ormai conoscono le sue abitudini, le sue passioni, i suoi comportamenti quotidiani e di conseguenza sono in grado di indirizzare servizi e prodotti a loro piacimento. Allearsi con questi colossi è impensabile perché sarebbe un suicidio operativo, tanto vale allora affrontarli con un aggiornamento delle strategie: in altre parole, anticipare i grandi player con azioni mirate sul cliente e diversificare il business».
Al termine dell’incontro-confronto, i vari rappresentanti delle sigle presenti si sono impegnati a fissare un nuovo appuntamento per condividere i punti da sottoporre al Mibact, magari trasformando in opportunità la vicenda Thomas Cook, che le autorità italiane hanno intenzione di seguire con attenzione con la convocazione in queste ore degli albergatori al ministero[1] per valutare i danni e predisporre un piano a tutela di chi subisce il blocco dei pagamenti derivanti dal fallimento dello storico operatore.
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