by Redazione | 27 Marzo 2020 12:21
L’associazione Advunite ha lanciato un appello pubblico per richiedere un immediato intervento del governo a favore del comparto delle imprese turistiche. Nello specifico, vengono richiesti: un reddito di sussistenza mensile per i titolari di agenzie di viaggi, pari allo scaglione superiore del reddito di cittadinanza, che permetta oggi di sopravvivere fronteggiando la prima fase della crisi; un voucher per rimborsi da rendere fruibile solo tramite le agenzie; l’esonero e non solo sospensione dal pagamento dei contributi previdenziali per il periodo di 6 mesi, prorogabile fino a 1 anno e il recupero del costo dell’affitto dei locali fino alla reale ripresa del settore turistico.
Nell’appello si evidenzia che, “pur consapevoli che ci sono delle priorità e delle emergenze da affrontare, ci lascia senza fiato constatare che lo Stato si è letteralmente dimenticato del mondo del turismo, un mondo complesso e articolato con un Pil del 14%. La cassa integrazione, lo slittamento dei contributi, l’accesso al credito sono stati promessi e sono delle meteore che per le nostre aziende non bastano più. Abbiamo letto di alcuni colleghi che chiedevano un intervento mirato al ministro Franceschini mai recepito e oggi abbiamo 9.000 agenzie che non vedono un futuro, viste le pseudo misure messe in campo dal governo come la proposta di 600 euro per le partite Iva che risulta essere assolutamente insufficiente”.
Advunite torna sulla questione voucher: “A questo si aggiunge la beffa di agenzie prese di mira dalle associazioni dei consumatori per i voucher, un’ottima iniziativa, ma purtroppo non regolamentata come altre iniziative pubblicizzate – scrive l’associazione – Ora chiediamo risposte alle nostre istanze altrimenti le adv chiuderanno definitivamente. E a seguire ci saranno i noleggiatori, le guide, i vettori: conti alla mano si parla di 650.000 persone che perderanno il loro lavoro”.
Altro tasto dolente è quello relativo alle assunzioni per la stagione estiva: “Siamo molto preoccupati – prosegue la nota – e in mancanza di una misura di protezione, l’attuale situazione di incertezza non consentirà alle imprese di procedere a nuovi contratti di lavoro e come conseguenza potrebbe comportare l’azzeramento totale delle 500mila assunzioni che, in un anno normale, si verificano in Italia durate il periodo primaverile ed estivo. Noi abbiamo proposto varie misure, sia per favorirne la riassunzione, sia per consentirne l’accesso al trattamento di integrazione salariale, sia per offrire un sostegno al reddito di coloro che non saranno riassunti, sia la facilitazione dell’accesso al credito, e l’utilizzo dei voucher. Abbiamo scritto a tutti i politici che avevano mostrato interesse ma senza risposte. Lo Stato è il nostro socio di maggioranza e quindi deve dare delle risposte a delle istanze urgenti”.
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