by Gabriele Simmini | 8 Maggio 2023 11:28
Uno sfogo rabbioso e documentato contro Ryanair, una manifestazione d’orgoglio e di protesta contro le dinamiche del trasporto aereo italiano.
Gaetano Intrieri, ceo della compagnia aerea Aeroitalia, riporta nero su bianco sul suo profilo Facebook tutta la rabbia e la frustrazione dovuta alle mosse del vettore low cost irlandese, che starebbe tentando in tutti i modi di mettere fuori gioco le operazioni della compagnia aerea italiana.
Rabbia e frustrazione corredate, però, da un sano orgoglio e dalla voglia di ribadire che «ce la metteremo tutta».
I fatti sono più o meno noti: Aeroitalia, compagnia aerea nata solo un anno fa e fondata dal duo Intrieri-Efromovich, sta bilanciando il suo network in vista dell’estate concentrandosi su determinate basi e rotte (da Bergamo a Forlì fino alla Sicilia e alla continuità territoriale in Sardegna).
L’obiettivo è quello di rispondere alla grande domanda di voli domestici e internazionali ritagliandosi un ruolo di alternativa sia rispetto allo strapotere low cost sia alla compagnia di bandiera Ita Airways. Da ultimo, poi, Aeroitalia ha anche annunciato un investimento sull’aeroporto di Comiso[1] in seguito alla fuga di Ryanair (che ha abbandonato lo scalo siciliano[2] in seguito a un disaccordo con la società di gestione, ndr).
Aeroitalia era stata persino annunciata dal presidente della Regione[3], Renato Schifani, come l’elemento utile a spezzare il duopolio Ita-Ryanair sui voli per la Sicilia, le cui tariffe in prossimità dei periodi di punta raggiungono cifre astronomiche.
Ma Intrieri denuncia sui social la voracità della compagnia irlandese. «Oggi apprendo che dopo averci in tutti i modi cercato di cacciare da Bergamo francobollando persino una rotta verso una ridente cittadina polacca di nome Lublino, i nostri amici irlandesi hanno pensato di aggiungere altre due frequenze sulla rotta Roma-Palermo esattamente a partire dal 1° giugno che è il giorno in cui Aeroitalia inizia le operazioni su quella rotta e guarda caso questi due voli sono stati aggiunti negli stessi identici orari in cui decolleranno i nostri voli», esordisce il ceo del vettore italiano.
«Ci siamo in qualche modo abituati visto che abbiamo leso l’onore di sua eminenza “Europe favourite airline” già sulla Milano/Bergamo – Catania dove malgrado loro, voliamo con un sempre maggiore numero di passeggeri. Ma a loro non basta nulla, loro vogliono l’oligopolio di fatto – accusa Intrieri – Quindi ecco pronti voli a 20 euro francobollati ai nostri. Per la serie: “voi da lì ve ne dovete andare”, perché Palermo e la Sicilia è cosa nostra».
Per il ceo di Aeroitalia, però, le operazioni di Ryanair sono frutto di un benestare del governo e della politica italiana. «Sanno bene che siamo in Italia dove tutto a loro è concesso dove persino i ministri vanno in pellegrinaggio[4] alle loro celebrazioni. Loro [Ryanair, ndr]che atterrano a Roma indistintamente nel city airport e nell’hub, loro che ormai trattano gli aeroporti italiani come bancomat impartendo regole e disponendone a piacimento, loro che ormai hanno convinto tutti in questo sventurato Paese che i passeggeri sono di loro proprietà. I loro passeggeri sono ormai educati e piegati alle loro regole, accettano tutto, ritardi e cancellazioni incluse senza battere ciglio. Gli aeroporti invece vivono con un unico mantra: schiena bassa e guai ad urtare la suscettibilità del manovratore».
Lo sfogo di Intrieri prende di mira anche tutto il sistema dell’aviazione, ormai svenduto alla concorrenza straniera: «Siamo ormai un Paese di gnomi, piegati alla tracotanza e all’arroganza di un cluster di irlandesi ed allo stesso tempo esultanti perchè tra qualche giorno regaleremo ai tedeschi quel che rimane della nostra compagnia di bandiera che oggi non ha più neanche il nome che dovrebbe avere, perché siamo stati anche capaci di buttare nel cesso uno dei marchi con maggior segno di valore[5] (Alitalia, ndr) nella storia del trasporto aereo. Insomma, diciamocelo con franchezza gli irlandesi sono bravi a manovrare gli aerei, ma noi con la nostra idea di “sistema Paese” gli abbiamo dato una grossa mano».
In questo scenario, racconta il manager «una giovane aerolinea italiana ha la sfacciataggine prima di andare a volare nell’aeroporto che in Italia è da sempre la loro casa (Bergamo, ndr) e malgrado attacchi sconsiderati […] non riescono a liberarsene e poi come se non bastasse questa aerolinea non solo non molla la loro casa italiana, ma va sfacciatamente a Palermo e persino a Comiso».
L’aeroporto siciliano non era nei piani operativi di Aeroitalia, ma secondo Intrieri oggi Cosimo «ha per noi un valore simbolico enorme, anzi lo ha per me che sono italiano, che ho avuto la fortuna di imparare quel che so di questo mestiere da chi questo mestiere lo conosce come nessuno ovvero gli americani. Comiso è solo la voglia di essere dalla parte giusta[6]. Dalla parte di chi almeno sta provando ad alzare l’asticella dell’orgoglio e della dignità in un Paese ormai dove il trasporto aereo è diventato un misto tra una barzelletta ed un perpetuo voler regolare i conti tra poveracci».
In conclusione, poi, Intrieri insiste sulla volontà di essere controcorrente, di lottare – anche ad armi impari – contro l’oligopolio voluto da Ryanair. Nonostante un solo anno di vita e un network che è cambiato non poco nel corso degli ultimi 12 mesi (tra rotte aperte e poi abbandonate e altre che stanno vivendo alterna fortuna, ndr) Aeroitalia non retrocede dalle scelte che la porteranno a contrastare il colosso Ryanair.
«Inizieremo le nostre operazioni a Palermo ed a Comiso sapendo che faranno di tutto per renderci la vita difficilissima […]C’è la metteremo tutta come stiamo facendo in Sardegna. In Sicilia sarà diverso perché è diverso lo scenario, in Sicilia sappiamo che sarà una guerra vera perchè almeno sino a quando ci saremo noi le tariffe a 500 euro a tratta non saranno più ammissibili ed allora come stanno già facendo arriveranno anche a volare sotto il prezzo delle tasse pur di spazzarci via – conclude Intrieri – Noi potremo lottare solo cercando di avere cura dei passeggeri che ci sceglieranno e senza mai speculare sulle condizioni di insularità dei passeggeri siciliani».
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