Sarà l’effetto Mondiali, saranno i legami storici e la voglia di visitare territori quasi mitici come la Patagonia: gli italiani sono tornati a viaggiare in Argentina, anche se rispetto ai 170mila annuali dell’era pre-Covid i flussi si attestano ancora intorno al 40-50% dei volumi.
Chiave di volta sono i voli, anche se ci sono due nodi da sciogliere: la capacità offerta e i costi, che tra volo intercontinentale e inevitabili collegamenti interni arriva a incidere fino al 50% del valore del viaggio, come spiega Vanesa Di Martino, responsabile turismo dell’Ambasciata dell’Argentina in Italia.
E su entrambi i fronti ha deciso di agire la compagnia aerea nazionale, Aerolíneas Argentinas, in primis con l’aumento delle frequenze da Roma che, come annunciato lo scorso febbraio, dal 9 luglio passeranno a cinque alla settimana.
«Siamo molto contenti perché per aver preso questa decisione vuol dire che le prenotazioni vanno bene, gli italiani hanno mostrato tanto interesse per l’Argentina – commenta Fabian Lombardo, direttore commerciale del vettore – Il mercato italiano è una priorità: è il secondo per volumi in Europa e sta crescendo. Aumentiamo anche dalla Spagna, dove da luglio le frequenze diventeranno 11 alla settimana da Madrid, e grazie agli accordi con Ita Airways possiamo usare anche queste per gli italiani che partono da località diverse da Roma».
E per il momento il vettore non lascia trapelare eventuali piani di raddoppio dall’Italia con voli da un altro aeroporto, come Milano. «Ci dobbiamo concentrare su quelle destinazioni veramente conosciute per noi, e se la situazione mondiale e la consegna degli aeromobili lo permette aumentare le frequenze anche in funzione della domanda», spiega Lombardo.
Per tutto il mese di aprile Aerolíneas Argentinas ha lanciato una promozione che fa volare a Buenos Aires con tariffe che partono da 699 euro e permettono di proseguire e raggiungere il nord con 50 euro ulteriori e il sud con 100. «Abbiamo visto che questa promozione viene venduta tanto, segno che gli italiani quando hanno una proposta interessante decidono di partire indipendentemente anche dalla stagionalità», aggiunge il direttore commerciale.
Annualmente sono tra 5mila e 6mila i passeggeri sulle rotte dall’Italia, e spesso il problema è la capacità perché la finestra di prenotazione da parte dei nostri connazionali si è molto accorciata, a fronte invece di un mercato argentino che l’ha allungata fino anche a otto mesi prima. E le difficoltà si riflettono sui collegamenti interni per i quali, dicono anche gli operatori, la grande richiesta dall’Italia si scontra con voli già pieni grazie al mercato domestico.
«Stiamo gestendo la situazione – illustra il manager – grazie al revenue management che per quanto riguarda la capacità sui voli interni dà precedenza a chi prenota il volo intercontinentale dall’Europa. Si tratta di una soluzione che abbiamo messo in campo da circa un mese vista la situazione critica segnalata dagli operatori, perché è vero che il turismo domestico si è ripreso prima e forte, oggi noi siamo al 110% rispetto al pre-pandemia».