by Redazione | 29 Ottobre 2020 7:00
Almeno 200 aeroporti sui 600 operanti in Europa, e quindi un terzo dell’offerta del vecchio continente è destinato a chiudere i battenti. È il drammatico allarme lanciato da Aci Europe che segnala la perdita di oltre 1,3 miliardi di passeggeri da gennaio a settembre nei cieli europei.
Il crollo della domanda aerea, sempre secondo l’associazione, mette a rischio anche 1,2 milioni di posti di lavoro tra addetti aeroportuali e occupati nelle varie compagnie aeree operanti nella regione del mondo tra le più rappresentative del trasporto aereo mondiale.
Il perdurare delle restrizioni ai viaggi, sia leisure sia di lavoro, ha praticamente compromesso anche l’ultimo trimestre dell’anno, con una stima di almeno altri 170 milioni di passeggeri persi tra ottobre e novembre.
Per il direttore generale di Aci Europe, Olivier Jankovic: «Finora è stata fronteggiata l’emergenza. In piena seconda ondata della pandemia, la preoccupazione anche in Europa è stata infatti quella di garantire viaggi aerei sicuri, con tutte le norme igienico-sanitarie condivise dai vari Paesi. In otto mesi è stato bruciato tanto denaro contante pur di mantenere aperti tutti gli scali, ma continuare così, con entrate che non possono coprire né gli elevati costi di gestione, né tanto meno i costi di capitale, diventa difficile rimanere operativi.Per molti scali si è vicini al baratro di un punto di non ritorno».
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