Una perdita operativa da incubo quella stimata da Assaeroporti per gli scali italiani: 130 milioni di passeggeri in meno da marzo a ottobre di quest’anno, che equivale a un -80% su base annuale (nel 2019 il movimento negli scali italiani era stato complessivamente di 193 milioni di utenti) e per la seconda metà dell’anno la ripresa sarà comunque molto lenta.
Alla luce di queste cifre, il vice presidente dell’associazione che raggruppa 42 aeroporti nazionali, Fulvio Cavalleri, ha preannunciato una lista di richieste che verranno presentate al governo nelle prossime ore.
Assaeroporti invoca il massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali, l’alimentazione del Fondo del traffico aereo, la sospensione del pagamento dei canoni concessori e la soppressione dell’Ires, l’eliminazione di tasse che non riguardano il trasporto aereo come l’addizionale comunale e il differimento di modifiche non necessarie al quadro regolatorio per consentire agli aeroporti di mettere fieno in cascina e resistere fino a quando ci sarà questa ripresa.
Difficile al momento valutare anche il conto salatissimo in termini di mancato fatturato per le società di gestione, ma sicuramente con il blocco delle attività per almeno quattro mesi, ci sarà un dimezzamento dei valori.