Per gli aeroporti il 2023 è stato l’anno della piena riscossa operativa con un consuntivo di traffico che ha sfiorato la soglia dei 200 milioni di passeggeri e un fatturato che, secondo le stime contenute in uno studio di Nomisma, è molto vicino ai 58 miliardi di euro.
Ma se queste cifre denotano un buono stato di salute del sistema aeroportuale italiano, per il presidente di Assaeroporti, Carlo Borgomeo, è arrivato il momento di «sciogliere alcuni nodi procedurali e amministrativi, primo fra tutti quello dell’addizionale comunale che va ridotta per scongiurare il ridimensionamento di taluni investimenti operativi, come quello di Ryanair che ha più volte ventilato l’ipotesi di rivedere al ribasso certi piani di sviluppo nel nostro Paese se non si rimoduleranno certe “gabelle”».
Una richiesta esplicita che viene avvalorata con temi forti anche dalla direttrice generale di Assaeroporti Valentina Menin che proprio alla fine di un 2023 altamente performante ha ricordato come «il sistema aeroportuale italiano, con i suoi 36 scali pienamente operativi nell’aviazione commerciale, ha ormai assunto un incontestabile ruolo strategico nell’economia nazionale, generando un impatto in termini di valore aggiunto pari a oltre 65 miliardi di euro».
Per i vertici di Assaeroporti, poi, la priorità nell’agenda 2024 è potenziare la strategia del “fare rete” come negli auspicati processi di aggregazione a Napoli con Salerno, a Firenze con Pisa, a Lamezia Terme con Crotone e a Bari con Brindisi, Grottaglie e Foggia. Eppoi lo sviluppo esponenziale di scali come Bologna e Catania possono certamente contribuire a una forte crescita del traffico aereo in Italia atteso per l’anno appena iniziato.