Aeroporti, la via italiana: «Niente tetto ai voli»
Preoccupazione per la situazione caotica degli aeroporti europei in estate, ma per il momento in Italia sono escluse misure di limitazioni ai voli o l’imposizione di un tetto agli slot durante i picchi stagionali, alla stregua di quanto deciso da altri scali del vecchio continente. Lo hanno annunciato Marco Troncone e Armando Brunini, rispettivamente amministratori delegati di Aeroporti di Roma e Sea Milano, a margine dell’assemblea generale di Aci Europe in concorso a Roma Fiumicino.
«I prossimi mesi saranno molto intensi per tutti e bisognerà avere la massima attenzione, escludo però la possibilità di mettere un tetto ai voli o di fronteggiare grandi cancellazioni – sostiene il numero uno di Adr – Ci ritroveremo con alcune selezionate problematiche relative a linee aeree che rivedono gli operativi, a causa di network fortemente interconnessi, ma non vedo all’orizzonte grandi problemi».
Per l’amministratore delegato di Sea Milano, inoltre, «la tensione c’è perché siamo un sistema interconnesso, quindi scioperi o cancellazioni in un altro Paese si ripercuotono con un effetto domino anche su di noi, che abbiamo comunque il personale al limite per garantire una buona operatività. La novità, invece, è la difficoltà a reperire personale stagionale per il sistema dell’indotto, dalle società di handling a quelle di catering».
Nonostante ciò, sottolinea Brunini, «escludo in maniera categorica, al momento, qualsiasi diminuzione della capacità o la possibilità di imporre un tetto a voli e slot durante la summer. Allo stato attuale sono aumentati un po’ i tempi di acceso ai controlli di sicurezza e ai gate, ma siamo in una situazione fisiologica, non patologica come in altri Paesi. Ammetto, però, che c’è un po’ di preoccupazione».
Sul tema si è espresso anche Javier Marin, presidente di Aci Europe, in apertura dell’assemblea: «Non è solo responsabilità del gestore aeroportuale se in alcuni scali europei, a fronte di un aumento della domanda più forte del previsto, si stanno registrando difficoltà operative. La carenza di personale, dovuta a mercati del lavoro molto ristretti in Europa, si registra in vari ambiti del settore dell’aviazione: dagli operatori di terra alle compagnie aeree, ma il problema riguarda perfino anche il numero di agenti di polizia addetti al controllo delle frontiere in Spagna».
Secondo Troncone, invece, l’Italia se la sta cavando bene, «grazie alla programmazione delle risorse e ai tempi delle certificazioni che sono in linea con il mercato, ma soprattutto grazie anche al supporto del governo in pandemia. Ma c’è una forte pressione operativa e iniziano a esserci alcuni problemi legati a cancellazioni e ritardi che ricadono poi sul nostro sistema. Incominciamo a vedere queste situazioni e stiamo lavorando con i vettori per limitare i danni, riproteggere i passeggeri e dare informazioni utili per tempo».
«In estate c’è sempre stato un picco di affluenza e di voli un po’ più complesso – sostiene Brunini – ma quest’anno passare dal 50% del traffico a gennaio a un 90% dopo soli quattro mesi implica una sfida che non è facile affrontare e in alcuni casi in Nord Europa aeroporti e compagnie non trovano il necessario personale per affrontare questo sovraffollamento. In Italia abbiamo avuto i sostegni e i paracaduti sociali del governo e di Enac che ci hanno permesso di non licenziare risorse umane, ma attraverso la cassa integrazione siamo riusciti a ripartire nel momento in cui il traffico aereo ha subito un’impennata».
Sulla crescita delle connettività low cost in Europa – come sottolinea il recente report di Aci Europe – Troncone ricorda come «a livello di aeroporti europei, chi è in grado di rispondere a maggiori opportunità di crescita ad oggi sono le low cost, sia per la capacità di mettere subito in movimento gli aerei sia per modalità e opportunità di costo. Vediamo un mercato low cost molto vivace, ma in linea generale noi come Adr non favoriamo nessuno e abbiamo un giusto mix di relazioni e di offerta che risponde sia alle legacy sia alle compagnie a basso costo».
Tanto che per l’ad di Aeroporti di Roma, le letture e i report sul traffico aereo di questi mesi lasciano il tempo che trovano: «il nostro traffico, per esempio, è fatto ad oggi di un mix non normale. Di solito oltre un terzo dei voli è previsto su destinazioni extra Europa, mentre oggi è molto contenuto. Abbiamo poca Asia e poco Sudamerica e meno transiti rispetto al pre Covid, anche se torneranno a breve. L’obiettivo è superare i numeri del 2019 su Europa e Nordamerica già il prossimo anno, mentre Asia e Sudamerica saranno in grande ripresa il prossimo anno».
Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.
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