Aeroporti, pass e overtourism: rischio caos in estate
Due mesi che vedranno triplicare il numero di viaggiatori: è questa l’ondata post Covid che gli aeroporti europei si preparano ad affrontare durante l’estate. Una sfida che riempirà di nuovo gli scali continentali dopo un anno di banchi e gate deserti, ma che ha fatto scattare le preoccupazioni dell’associazione Aci Europe allarmata dal possibile caos che si verrà a creare durante le settimane di picco. Dai 47 milioni di passeggeri di giugno, infatti, l’associazione stima una crescita fino a 125 milioni durante agosto.
La criticità che riguarderanno la gestione aeroportuale, infatti, vertono sui flussi in continua aumento (soprattutto nelle ore di punta) che dovranno convivere con le nuove procedure di controllo sui vari green pass, certificati vaccinali ed esito dei tamponi; le norme sul distanziamento e sull’obbligo di mascherina che dovranno necessariamente continuare ad essere rispettate, e le nuove strutture, installazioni e norme di lavoro che gli scali hanno implementato per garantire la sicurezza del personale e dei viaggiatori.
Secondo Aci Europe, quindi, bisogna che i governi si attrezzino al più presto e intervengano per evitare un nuovo overtourism degli scali (per nulla paragonabile ai casi eclatanti del periodo 2018-2019). Olivier Jankovec, direttore generale dell’associazione europea non ha usato giri di parole: «gli aeroporti sono impazienti ma anche preoccupati su quale sarà l’impatto della ripresa dei viaggi all’interno delle aerostazioni: il livello di incertezza e complessità nella pianificazioni di questa ripartenza è allucinante. Più passa il tempo più si fa reale la prospettiva che i viaggiatori debbano affrontare un diffuso caos negli aeroporti europei quest’estate. È tempo che i governi pianifichino le mosse per minimizzare questo rischi con largo anticipo e insieme alle società di gestione e alle compagnie aeree».
Alcuni aeroporti, secondo Aci Eruope infatti, ad agosto si troveranno a gestire un traffico persino superiore a quello del 2019: tutto questo in un contesto che vede meccanismi e procedure nuove e più complesse tutte da verificare alla prova delle grandi affluenze e dopo un lungo stop che ha arrugginito i modelli di gestione del traffico.