by Andrea Lovelock | 7 Novembre 2023 7:00
Sulle piste di decollo e atterraggio, in Italia, viaggiano 65 miliardi di euro: è il valore economico del sistema aeroportuale, comprensivo dell’attività delle compagnie aeree e dell’indotto del trasporto aereo, valutato da uno studio di Nomisma per conto di Assaeroporti[1], l’associazione che riunisce gran parte delle 20 società di gestione degli scali aeroportuali.
Un vero e proprio patrimonio per il Paese che finalmente viaggia ad alta quota. Ma il dato che deve far attenzionare politici e operatori del comparto sulle potenzialità future è la cosiddetta “connettività aerea”, ovvero la capacità di catalizzare l’operatività delle compagnie aeree e nel contempo soddisfare la domanda degli utenti: negli ultimi due anni, in piena ripresa post pandemica, il sistema aeroportuale italiano ha fatto segnare un +10% di connettività aerea che come ricadute ha prodotto un +3% di occupati e in particolare un +17% di arrivi turistici, con un +32% relativo solo al traffico di viaggiatori-turisti stranieri. Tradotto in termini operativi, queste cifre vogliono dire che migliorando la connettività e il buon soddisfacimento della domanda aerea, migliorano le performance turistiche del sistema Paese. E non è poca cosa.
«Il sistema aeroportuale italiano – spiega il presidente di Assaeroporti Carlo Borgomeo – è il primo connettore sociale per le città italiane e quelle estere. Le ricadute socio-economiche sono sintetizzabili nel valore aggiunto generato dal comparto aereo, che è pari al 3,8% del Pil italiano. Questo conferma la portata strategica del settore come elemento imprescindibile per uno sviluppo duraturo dei sistemi economici nazionali. Inoltre, il mercato italiano si contraddistingue per la presenza di numerose infrastrutture aeroportuali di medie e piccole dimensioni e questa caratteristica determina importanti benefici sui territori e amplifica l’impatto positivo anche sul comparto turistico. Un sistema, quello aeroportuale, in buona salute: da inizio anno i viaggiatori aerei sono stati complessivamente 152 milioni, l’1,6% in più rispetto al 2019».
E sulla crescente valenza del trasporto aereo in Italia c’è anche il riconoscimento di Aci Europe (Airport Council International), come sottolinea il suo presidente Armando Brunini: «L’Italia è il terzo Paese in Europa per investimenti nel sistema aeroportuale: negli ultimi 10 anni, infatti, sono stati investiti 5,2 miliardi di euro per la riqualificazione e l’efficientamento di numerosi aeroporti italiani. Ma ora vanno ottimizzati alcuni passaggi obbligati come l’intermodalità che in un territorio come quello italiano, può fare la differenza e dare maggiori benefici al turismo».
Ed è proprio l’intermodalità a essere al centro dei recenti dibattiti tra operatori della filiera del travel, vista come urgente soluzione alla problematica dell’overtourism che, con la ripartenza post pandemica, è tornato a essere un tema e fenomeno d’attualità per molte grandi città attrattori turistici. Così come lo è la sfida della sostenibilità per la quale il sistema aeroportuale italiano ha già iniziato la sua corsa nel processo di decarbonizzazione, da qui al 2050.
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