Aeroporto di Perugia, no dei sindacati alla sicurezza in outsourcing
Dura presa di posizione di UilTrasporti, che rigetta l’ipotesi di una esternalizzazione dei servizi di sicurezza presso l’Aeroporto di Perugia.
In una dura nota il sindacato sottolinea come “in coerenza con le politiche di difesa occupazionale e salariale che portiamo avanti, abbiamo evidenziato le diverse criticità e i problemi che potrebbero sorgere nel caso in cui si dovesse procedere con l’inaccettabile piano di esternalizzazione del servizio di sicurezza all’aeroporto di Perugia, predisposto dalla giunta precedente e cda a fine mandato, in particolare riguardo all’applicazione contrattuale prevista nel bando”.
Si tratta di una precisazione dovuta a seguito dell’incontro che si è tenuto tra le organizzazioni sindacali e la Regione Umbria sul tema dell’Aeroporto S. Egidio, nel corso del quale c’è stata un’apertura al dialogo offerta dalla nuova giunta regionale, nel tentativo di cercare soluzioni alternative che scongiurino quelli che la UilTrasporti definisce “inaccettabili rischi di dumping contrattuale e salariale, soprattutto in considerazione del rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per il trasporto aereo, attualmente in fase di trattativa, che include specifiche clausole restrittive relative all’esternalizzazione di attività cruciali negli aeroporti”.
La vicenda risale ai primi di dicembre, quando la Sase, società di gestione dell’aeroporto perugino ha reso noto il bando per l’esternalizzazione delle ore di stagionalità del servizio security. Secondo fonti vicine ai sindacati, che hanno subito ventilato lo stato di agitazione a tutela di oltre 30 posti di lavoro, “Sase, d’accordo con i sindacati, aveva creato un serbatoio di persone formate e tutte con i giusti titoli per svolgere servizio di security in ambito aeroportuale, a cui attingere attraverso contratti part time e a tempo determinato nei periodi di alta stagionalità.
Le prime persone erano state assunte attraverso selezione pubblica come da norme e leggi vigenti trattandosi di società controllata da Ente pubblico. Poi l’incantesimo si è rotto ed è iniziato l’inserimento in organico senza selezione, fino al punto di escludere le uniche persone aventi pieno titolo, in quanto selezionate pubblicamente”. Da qui la nascita di una diatriba con il sindacato, che si è acuita con l’annuncio del bando per l’esternalizzazione”.
Si attende ora, sia da parte della Sase che dei sindacati, la mediazione della giunta regionale per trovare un’equa soluzione che salvaguardi i posti di lavoro.