by Claudia Ceci | 2 Agosto 2023 16:19
L’accordo tra Italo Ntv e i sindacati per il rinnovo del contratto di lavoro, propedeutico all’acquisizione della società[1] da parte del Gruppo Msc, trova un ostacolo.
Uiltrasporti – che rappresenta il 20% dei lavoratori dipendenti di Italo – non ha infatti firmato il rinnovo, a differenza delle altre sigle sindacali. Si profila un nuovo scenario, che potrebbe portare all’indizione di un referendum interno a settembre.
Il segretario generale Claudio Tarlazzi, raggiunto al telefono da L’Agenzia di Viaggi Magazine, spiega: «Non abbiamo condiviso l’aumento di salario accordato dall’azienda sui minimi tabellari, perché lo abbiamo ritenuto insufficiente rispetto all’inflazione: 110 euro di aumento nel contratto dei lavoratori non bastano a recuperare il potere d’acquisto che i salari stanno perdendo a seguito, appunto, di questa spinta inflazionistica. Ci sono poi altre questioni legate alla gestione e all’organizzazione del lavoro, ma il punto principale su cui non concordiamo è l’aumento salariale».
Per quanto riguarda l’acquisizione, Tarlazzi aggiunge: «Non siamo stati coinvolti in ragionamenti di questa natura, ma mi auguro che la questione contratto non interferisca con i programmi finanziari dell’azienda. Noi ci occupiamo di tutelare i lavoratori sotto l’aspetto contrattuale e avremmo voluto che Italo Ntv desse loro un riconoscimento maggiore. Adesso valuteremo le azioni da intraprendere con i nostri iscritti dopo una consultazione interna».
Gli altri sindacati avevano invece trovato l’accordo con l’azienda. «Urgenza e buon senso ci hanno spinto a trovare una sintesi – ci dice Marco D’Aleo di Filt Cgil – Serviva un recupero normativo e salariale. A prescindere dalla possibile acquisizione, bisognava dotare il lavoratore di Italo del rinnovo contrattuale, a contratto scaduto, in un momento storico in cui c’è un’inflazione fortissima.
Ci sono state tante interlocuzioni, un confronto serrato, momenti accesi, consideri che abbiamo iniziato le discussioni nel maggio 2022. Abbiamo affinato l’accordo per trarne una valorizzazione: è un contratto che porta, a nostro avviso, a una soluzione sia economica che normativa per tutto il personale».
E aggiunge: «Ci tengo a sottolineare l’aspetto normativo perché Italo, pur essendo nel settore ferroviario, è un’azienda relativamente giovane e quindi era un po’ indietro a livello di norme rispetto al principale competitor. Abbiamo siglato i minimi di 110 euro, come da precedenti intese con tutte le sigle sindacali, per far rimanere Italo agganciata al contratto di riferimento della mobilità. Il contratto scade il 31 dicembre 2024, ma abbiamo chiesto una rivalutazione per il prossimo anno sui minimi».
La posizione di Uiltrasporti, però, potrebbe portare a un referendum tra i lavoratori per sciogliere il nodo della firma. «Probabilmente la consultazione avverrà a settembre – aggiunge il sindacalista – Sul piano industriale dell’azienda e quindi sulla possibile acquisizione, non siamo invece informati. C’è stato un difetto di forma dell’azienda Italo nel non condividere informazioni importanti per i propri lavoratori. L’acquisizione comunque sembra imminente, è questa la percezione che abbiamo avuto dai media».
Per completezza di informazione, ecco di seguito la nota di Uiltrasporti del 1° agosto, diffusa subito dopo il no al rinnovo, spiegando le motivazioni del diniego: «Uiltrasporti rivendica da sempre il giusto salario ed è per questo motivo che ha deciso di non firmare l’accordo di rinnovo con Italo Ntv raggiunto con le altre sigle sindacali firmatarie del contratto – dichiarano Claudio Tarlazzi e il segretario nazionale Roberto Napoleoni di Uiltrasporti in una nota – Dopo il percorso fatto in questi mesi con le azioni di protesta condivise dalle lavoratrici e i lavoratori, non possiamo sottoscrivere un contratto che non incide in maniera sostanziale sul recupero del potere d’acquisto perché non è in linea con il livello di inflazione passata e di quest’anno e che peraltro non risolve neanche le tante problematiche dei lavoratori rispetto alle numerose criticità gestionali che abbiamo da tempo evidenziato».
Uiltrasporti parla di «accordo iniquo», con cui «si lega la maggior parte del salario alle prestazioni, un’impostazione che penalizza molti lavoratori e che non risponde ai principi della contrattazione».
I due segretari aggiungono: «Se negli ultimi 30 anni il salario si è progressivamente impoverito è perché si è legato il recupero salariale alle prestazioni e alla flessibilità piuttosto che ai minimi tabellari; un errore a cui dobbiamo porre rimedio sin da subito per dare respiro alle lavoratrici, ai lavoratori e alle famiglie che continuano a sentire tutto il peso degli aumenti del carrello della spesa oggi ancora sopra il 10%».
Il sindacato ha quindi riunito i propri iscritti per decidere le azioni da mettere in campo per protestare contro l’accordo e pretendere condizioni migliori.
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