Palazzo Vecchio fa mezzo passo indietro sugli affitti brevi a Firenze e i proprietari di case esultano. «Il congelamento della norma che impedisce la nascita di nuovi airbnb nel centro storico significa solo una cosa: l’amministrazione comunale ha paura di perdere», osserva Lorenzo Fagnoni, ceo di Apartments Florence srl, che da 17 anni gestisce più di 700 abitazioni in città. Il Comune, infatti, ha sospeso il provvedimento che vieta la nascita di nuovi airbnb nel cuore della città, a causa dei troppi ricorsi e in attesa del giudizio del Tar.
«Il sindaco Nardella – attacca ancora Fagnoni – ha fatto di questa norma uno strumento di propaganda politica, ma ora anche la giunta ha capito quel che diciamo da tempo: la delibera sugli affitti brevi è anti-democratica. Questa è una prima vittoria per noi del fronte dei ricorsi».
Alla base del dietrofront, secondo Fagnoni, c’è un motivo preciso: «Evidentemente il Comune ha paura delle ulteriori cause che i proprietari di case potrebbero fare in seguito al pronunciamento del Tar, che si terrà il prossimo 9 maggio. Noi non ci fermiamo e continuiamo a condannare fortemente una delibera che danneggia turismo ed economia di Firenze e di tutta la Toscana».
Quanto agli affitti brevi, conclude Fagnoni, nessuna disciplina in Italia è stata regolarizzata quanto gli affitti brevi, come dimostra anche la riforma varata dal governo a fine 2023: «Dal 2017 a oggi hanno subito una decina di interventi nazionali, oltre a quelli locali, il più delle volte irregolari, in quanto fuori dalle capacità normative delle amministrazioni. Inoltre, in tutti i Paesi che hanno regole contro gli affitti brevi è stato dimostrato che non sono diminuiti né i costi delle locazioni né le difficoltà abitative. Gli affitti brevi sono l’alibi di chi non sa gestire problemi più ampi».