«Un importante nuovo passo in avanti per regolamentare un fenomeno che negli ultimi anni è proliferato in modo incontrollato». In una nota ufficiale Confindustria Alberghi plaude al disegno di legge presentato dal ministero del Turismo sugli affitti brevi, pur comprendendo «le perplessità dei Comuni, ma il ddl pone un tassello importante per la regolamentazione del mercato».
C’è un punto, in particolare, che va sottolineato, osserva Confindustria Alberghi: «La banca dati e il codice unico identificativo nazionale sono strumenti di trasparenza dell’offerta a tutela delle imprese e dei consumatori e proprio il Cin ha un’importanza fondamentale perché è prevista la sua esposizione anche e soprattutto sulle piattaforme online».
«La proposta – si legge ancora – va incontro alle reali esigenze di organizzazione e di gestione del territorio anche dal punto di vista della sicurezza. Con la banca dati sarà possibile conoscere l’ubicazione delle diverse attività e questo permetterà di affrontare con politiche adeguate i reali flussi turistici della città. Bene l’introduzione di alcuni elementi a tutela del cliente, quali la prevenzione incendi e il rispetto dei requisiti igienico sanitari, così come il regime fiscale che affronta una delle criticità più sollecitate dai settori più tradizionali».
L’auspicio, ora, è che l’iter sia rapido. «È importante – spiega Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi – per ristabilire in tempi brevi l’equilibrio tra attività delle imprese e le comunità residenti. In molti casi abbiamo assistito a un vero e proprio svuotamento dei centri storici e speriamo che queste località possano tornare ad essere popolate dai propri abitanti. Quello che più ci interessa è che chiunque operi nel mercato dell’ospitalità turistica agisca nel pieno delle regole e sia sottoposto a un regime fiscale coerente con l’attività svolta».
Anche Federalberghi Roma giudica «positivo lo spirito del nuovo ddl Santanché, ma sono necessari emendamenti come portare il minimum stay da 2 a 3 notti o imporre cambio di destinazione da abitativo a commerciale: come a New York l’host deve abitare nell’appartamento».
«Siamo fiduciosi – aggiunge il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli – che il testo finale, anche grazie all’ascolto dei suggerimenti delle associazioni di categoria, possa ulteriormente migliorare. Stupisce molto che ci siano polemiche sulle garanzie di sicurezza degli ospiti in tema di igiene e prevenzione incendi: garantire la salute e l’incolumità dei clienti non può che essere un dovere primario per chiunque operi nel campo della ricettività turistica».