I portali di prenotazione devono riscuotere e versare allo Stato la cedolare secca sugli affitti brevi. Lo ribadisce una sentenza del Consiglio di Stato del 24 ottobre 2023, che recepisce le indicazioni della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
La Corte Ue si era già pronunciata due volte: il 30 giugno 2020 aveva dichiarato «irricevibili» le istanze di Airbnb e il 22 dicembre 2022 aveva confermato che la web company americana deve riscuotere e versare allo Stato italiano la cedolare secca sulle locazioni brevi. In Italia la richiesta di Airbnb era stata già respinta dal Tar del Lazio il 18 febbraio 2019. Nell’ambito del medesimo procedimento, ulteriori istanze erano state rigettate sempre dal Tar del Lazio il 25 settembre e il 18 ottobre 2017, dal Consiglio di Stato l’8 giugno 2018 e ancora dal Tar del Lazio il 9 luglio 2018.
Il verdetto è stato accolto con soddisfazione da Federalberghi in una nota ufficiale: «Confidiamo che il pronunciamento del Consiglio di Stato metta la parola fine a una telenovela che si trascina da più di sei anni, durante i quali Airbnb si è appigliato a ogni cavillo pur di non rispettare le leggi». «Federalberghi – si legge ancora – è intervenuta nel giudizio al fianco dell’Agenzia delle Entrate per promuovere la trasparenza del mercato, nell’interesse di tutti gli operatori, perché l’evasione fiscale e la concorrenza sleale danneggiano tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza».
In ultima analisi Federalberghi commenta alcune notizie riportate recentemente dagli organi d’informazione, secondo i quali l’Agenzia delle Entrate ha chiesto ad Airbnb di sanare 500 milioni di euro di tasse non versate: «Ci auguriamo che non si facciano sconti e che la web company americana venga invitata a pagare per intero le somme, senza dimenticare sanzioni e interessi. Il mancato versamento delle imposte è solo uno dei tanti problemi generati dal far west degli affitti brevi, per questo si proceda celermente all’aggiornamento delle norme che disciplinano la materia. Occorrono regole, controlli e sanzioni, per tutelare i clienti, i lavoratori, i cittadini e le imprese».
Federalberghi ha già espresso parere favorevole al ddl Santanchè sugli affitti brevi, che deve fare il suo iter parlamentare.
Per quanto riguarda la mappatura degli Airbnb – in base ai dati citati dal comunicato di Federalberghi – il Comune con più alloggi disponibili è Roma, con 27.389 annunci, seguito da Milano, 23.656, Firenze, 12.117, Napoli, 9.353, Venezia, 8.130, e Palermo, 6.402. Tra le regioni, in testa la Toscana, con 66.986 annunci, seguita da Sicilia, 57.144, Lombardia, 54.704, e Puglia, 45.785.