Affitti brevi, linea dura di Roma: «Stop ai b&b in centro»

Affitti brevi, linea dura di Roma: «Stop ai b&b in centro»
10 Settembre 10:32 2024 Stampa questo articolo

Il Cin (Codice identificativo nazionale, ndr) non basta, serve una legge nazionale per bloccare la proliferazione dei b&b al centro di Roma. È la richiesta formulata al governo dall’assessore capitolino al Turismo, Alessandro Onorato: «I Comuni italiani – spiega – non possono bloccare le aperture di nuovi b&b o case vacanze: il governo deve dare alle amministrazioni locali l’autonomia di poter decidere». Un’istanza che si muove sulla scia di quella del sindaco di Amalfi, Daniele Milano.

«Oggi – precisa Onorato – possiamo limitare il numero dei ristoranti, ma non impedire nuove aperture di strutture extralberghiere. Vorremmo porre un freno, magari per 2 o 3 anni, nel sito Unesco di Roma per tutelare il centro storico, il diritto alla residenzialità e un artigianato che ci viene invidiato in tutto il mondo».

In base alla riforma sugli affitti brevi, è stato introdotto il Codice identificativo nazionale, che fa già discutere. Non è sufficiente, ribadisce Onorato: «Non è altro che un’iscrizione a un albo che rilascia la Regione: una struttura abusiva, o non agibile per i parametri del Comune, lo potrebbe ottenere».

Poi c’è un altro tema che fa discutere in questi giorni: la tassa di soggiorno. E anche l’assessore capitolino dice la sua: «È assurdo non poter diversificare il contributo di soggiorno in base al quartiere della struttura: chi alloggia in un hotel a Piazza di Spagna non può pagare la stessa cifra che spende un turista in quartieri più lontani. Noi abbiamo iniziato a collaborare con AirBnb per incrociare i dati e fare accertamenti mirati. Solo negli ultimi due anni abbiamo effettuato oltre 10mila verifiche, più di quante ne erano state fatte nel decennio precedente al nostro arrivo. Ma serve una legge nazionale per regolare il fenomeno».

MITUR: OLTRE 100MILA CIN RILASCIATI

Intanto sono già a quota 104mila i Cin rilasciati dal ministero del Turismo in una settimana dall’entrata in esercizio della Bdsr, la Banca dati strutture ricettive. «Abbiamo attivato due call center, che, pienamente operativi, processano 400 telefonate al giorno, e ogni giorno il dicastero emette una media di 10mila Cin. Così l’industria turistica italiana procede a passo spedito nella direzione della legalità e della piena trasparenza», commenta il ministro Daniela Santanchè.

Le strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere hanno l’obbligo di richiedere il Cin per potersi pubblicizzare, mentre resta necessario – laddove previsto – il Codice regionale per regolare la prestazione del servizio. Le strutture devono adeguarsi alla normativa, pena l’applicazione delle disposizioni e delle sanzioni contenute nell’art. 13-ter del decreto legge 145/2023.

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