by Redazione | 4 Febbraio 2025 16:34
Mentre prosegue la lotta alle keybox[1] in Italia, in particolare a Firenze e Roma, avviene un fatto curioso. Nel capoluogo toscano anche i proprietari di appartamenti in affitto a lungo termine, quindi, di certo non adatti ai turisti, chiedono di avere il Cin[2], il codice identificativo nazionale.
«È una scelta dettata dal timore di restare esclusi dalla possibilità di mettere in locazione un alloggio in futuro», ha dichiarato Lorenzo Fagnoni, ceo di ApartmentsFlorence e presidente di Property Managers Italia che prosegue: «Il rischio? Gonfiare artificialmente i numeri delle case potenzialmente disponibili per l’ospitalità breve».
«Da ciò che vediamo – spiega Fagnoni – emerge che una quota significativa di richieste proviene da fiorentini con uno o due appartamenti, spesso ereditati in ambito familiare. Di fronte alla stretta sugli affitti brevi, questi proprietari preferiscono mettersi al sicuro richiedendo il Cin, anche se oggi non affittano a turisti. È una misura precauzionale che potrebbe finire per gonfiare artificialmente i numeri delle case potenzialmente disponibili per l’ospitalità breve».
Un meccanismo simile si era già visto in seguito all’annuncio delle restrizioni sugli affitti brevi da parte dell’ex sindaco Dario Nardella, ricorda il manager, «perché l’anticipazione di nuove regole generò un’ondata di registrazioni, non sempre corrispondenti a un effettivo uso turistico degli immobili». Il Cin, conclude Fagnoni, «è uno strumento utile per regolamentare il settore e contrastare l’abusivismo. Ma se viene gestito in modo punitivo anziché incentivante, il rischio è quello di effetti distorsivi. Per affrontare il tema dell’overtourism serve un approccio più laico e pragmatico, evitando misure che generano incertezza e reazioni difensive da parte dei proprietari».
Intanto le azioni di “bonifica” a Firenze non si fermano: «Noi andiamo avanti su tutte le azioni che stiamo facendo sia sulle keybox. Verrà portata lunedì prossimo, il 10 febbraio, in Consiglio comunale la delibera e dà lì partiranno dieci giorni per poi procedere con la rimozione», ha dichiarato la sindaca di Firenze Sara Funaro che ha proseguito: «Su questo non ci fermiamo perché è una risposta che dobbiamo alla nostra città e ai nostri cittadini».
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