by Redazione | 16 Novembre 2023 13:57
Una trentina di esponenti del mondo degli “affitti brevi”, tra cui Apartments Florence e Property Managers Italia, hanno dato mandato ai propri legali di adire un ricorso al Tar contro la mossa definita “antidemocratica” del Comune di Firenze[1]. La città toscana, a inizio ottobre, ha disposto lo stop alla nascita di nuovi Airbnb nell’area Unesco del centro storico.
Inoltre, “la manovra del governo[2], per quanto spiacevole nell’enorme aumento della tassazione – si legge nella nota di Apartments Florence – è una decisione legittima che farà capire ancora di più quanto gettito l’industria della locazione breve porti nelle casse dello Stato, oltre che degli stessi Comuni”.
Per Lorenzo Fagnoni, ceo di Apartments Florence e presidente dell’associazione Property Managers Italia, «il Codice Identificativo Nazionale va a rimpiazzare quello regionale che in qualche modo comportava disparità di comunicazione di procedura da una regione all’altra. Questo permetterà di identificare i proprietari e i gestori di case, di controllarli e di migliorare la regolarità dell’industria degli affitti brevi. Resta da dire però che l’aumento della cedolare secca per i proprietari di 2, 3 o 4 immobili è eccessivo, cinque punti su 21 sono un aumento del 24%».
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«Un proprietario di cinque immobili che si affida a un’agenzia non mette in moto risorse umane e strumentali per il raggiungimento di un profitto, che è la definizione di impresa del codice civile – specifica Fagnoni – L’impresa infatti viene fatta dalla società di gestione: pensare che il proprietario di quattro immobili, in cui parzialmente nell’anno si fanno anche affitti brevi, debba prendere partita Iva per locare proprio immobile è un’assurdità».
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