Entro il 2020 verrà approvata una legge per regolamentare gli affitti brevi: è la promessa fatta dall’assessore allo Sviluppo Economico, Lavoro e Turismo del Comune di Roma, Carlo Cafarotti, al termine della presentazione del rapporto sul sommerso ricettivo di Roma elaborato da Sociometrica per Ebtl, l’Ente bilaterale del turismo del Lazio.
Infatti, ormai, il sommerso ricettivo rischia di far naufragare l’eccellenza dell’ospitalità nella Capitale e sta eguagliando le perfomance dell’hôtellerie tradizionale, con la differenza che quello degli affitti brevi è un fenomeno senza controllo, senza regole, con un’evasione fiscale di decine di milioni di euro. A lanciare l’allarme è appunto l’Ebtl: a conti fatti su 43 milioni di presenze turistiche censite lo scorso anno, ben 13 milioni sono rappresentate da turisti che hanno utilizzato la formula degli affitti brevi nelle case vacanza con un’incidenza pari al 30% sul totale.
Gli effetti di questo fenomeno ancora incontrollato sono di doppia natura: una economica poiché il 15% degli ospiti nell’extra-alberghiero non versa la tassa di soggiorno con un’evasione di almeno 50 milioni di euro, e si tratta di una stima per difetto perché non vi è certezza che l’incasso di quell’85% di viaggiatori che versa la tassa al proprietario o al property manager giunga effettivamente nelle casse del Comune di Roma; la seconda sociale perché l’exploit degli affitti brevi che nella Capitale tocca ben 28mila abitazioni, prevalentemente al centro città, sottrae unità abitative ai residenti, con la conseguenza che il centro si spopola perché la rendita degli affitti brevi stimata intorno ai 2-3mila euro mensili è di gran lunga più vantaggiosa del regime di affitto per residenza che si aggira sugli 800-900 euro.
Per il presidente di Ebtl, Tommaso Tanzilli, «a fronte di questi dati eclatanti si può dire che la sharing economy nel ricettivo non esiste più, ma si sta diffondendo un’imprenditorialità turistica clandestina con formule senza regole, a danno dei residenti, degli albergatori e della stessa amministrazione locale. Per non parlare poi dell’occupazione, poiché è stato calcolato che se si riuscisse a far riemergere questo sommerso ricettivo, regolarizzando così l’ospitalità extra-alberghiera, si potrebbero generare fino a 5mila nuovi posti di lavoro. La fotografia dell’Ebtl deve servire a trovare urgenti soluzioni a beneficio di tutti».
Anche perché il cosiddetto sommerso ricettivo, come ha spiegato il curatore della ricerca, Antonio Preiti, «ha reso evidente un fatto rilevante: ciò che crea l’esperienza in un soggiorno, ovvero il servizio e l’ospitalità ben strutturata negli alberghi, è praticamente inesistente in questo universo parallelo, dove tutto è automatizzato e non c’è quasi mai assistenza, né cura nell’ospitalità. Un elemento che fa scadere la nostra offerta turistica. Ecco perché le grandi metropoli come Parigi, Londra, Berlino, New York e Tokyo hanno messo mano da tempo al settore, regolamentandolo con limite di giorni e rigide misure di sicurezza».
A tal proposito è intervenuto il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, che nel commentare positivamente il lavoro di Ebtl ha osservato: «Si perdono di vista due fattori rilevanti e preoccupanti: il settore dell’extra-alberghiero legato alle case vacanza, con gli affitti brevi, non rispetta le regole di sicurezza alle quali devono rispondere tutti gli alberghi regolari, dai sistemi anti-incendio ai parametri d’igiene, con la conseguenza che si è creata di fatto una discriminazione, con turisti di serie A che soggiornano in strutture regolari e rispettose della sicurezza dell’ospite e turisti di serie B che soggiornano in location a rischio sicurezza e incolumità».
A chiusura della presentazione del rapporto, Cafarotti ha preannunciato che i Comuni italiani ad attrazione turistica hanno preparato una lettera che verrà inviata nei prossimi giorni al ministro del Mibact, Dario Franceschini, per sollecitare la stesura di una legge quadro che ponga poche ma rigide norme al settore e che tenga conto dei criteri oggettivi per definire una volta per tutte quando e come quella degli affitti brevi rientra in attività imprenditoriale, la fissazione di misure di sicurezza delle unità abitative e regole di mercato anche per le piattaforme che gestiscono prenotazioni e vendite di room night.