La proposta di legge di Daniela Santanchè sugli affitti brevi torna al centro delle cronache dopo l’incontro, tenutosi nelle scorse ore, tra il ministro del Turismo e le associazioni di categoria, i sindaci delle Città metropolitane e i sindacati. «Il ministro Santanchè ha mantenuto l’impegno di presentare un testo di legge per le locazioni turistiche prima dell’estate e ha accolto le nostre istanze – afferma il presidente di Aigo Confesercenti, Claudio Cuomo – Era necessaria una disciplina uniforme a livello nazionale, volta a fronteggiare il sovradimensionamento e le potenzialità dei territori e salvaguardare i centri storici. Tuttavia, riteniamo ingiusto ed evidentemente riduttivo ricondurre alle sole locazioni brevi il problema dello spopolamento, fenomeno nato prima di Airbnb. Anzi, la riqualificazione di interi quartieri nelle città italiane è passata, e passa tuttora, per la messa a reddito ai fini turistici degli immobili, contribuendo alla nascita di nuove imprese e favorendo l’occupazione».
«Ci riserviamo, però – aggiunge Cuomo – di sottolineare l’inadeguatezza della limitazione temporale e dimensionale dell’articolo 4 del testo, che a nostro giudizio va eliminato. Abbiamo, infatti, gestori che operano sia in località dove ci sono stazioni ferroviarie, porti, aeroporti, sia in comuni con più o meno di 5.000 abitanti, ospitando con frequenza clienti business di una notte e che sarebbero limitati. Inoltre, si creerebbe confusione tra comuni: immaginiamo un comune confinante con un altro, dove la densità abitativa è differente, ed un gestore a pochi metri dall’altro possa, differentemente, ospitare un cliente per una notte. Si tratta, di fatto, di un limite alla libera concorrenza: Antitrust, normativa europea, Tar regionali, non ultimo quello del Lazio, hanno unanimemente sancito il principio di non limitare la libera concorrenza. Per questo invieremo, come richiesto dal ministero, un documento emendativo volto a superare il limite delle due notti. Infine, riguardo al Codice Identificativo Nazionale, siamo ansiosi di vederlo all’opera: ci chiediamo infatti se queste leggi varranno anche per le Ota che hanno sede all’estero, su cui transitano il 90% delle prenotazioni, e se le sanzioni saranno efficaci».
Di tenore simile il commento di Martina Donini, presidente nazionale di Udicon, l’Unione per la difesa dei consumatori: «Accogliamo con favore l’iniziativa del governo di regolamentare questo settore, a partire dal tetto massimo di giorni di affitto all’anno e dalla limitazione dei posti letto in rapporto al numero dei residenti nei quartieri. È fondamentale promuovere un turismo sostenibile e responsabile, garantendo una distribuzione equilibrata degli alloggi disponibili. Il continuo aumento dei prezzi degli affitti preoccupa i consumatori italiani. Gli studenti universitari fuori sede e le famiglie con reddito medio-basso sono particolarmente colpiti da un aumento insostenibile dei costi di vita. È necessario – ribadisce – avviare un confronto aperto tra associazioni dei genitori, enti governativi e università per garantire il diritto allo studio dei giovani meritevoli, anche se privi di mezzi. È importante analizzare le cause di questa mancanza di case in affitto, come l’attrattività degli affitti brevi e l’aumento delle tasse e dei mutui. Dobbiamo lavorare insieme per trovare soluzioni sostenibili che rispondano alle esigenze di tutti i cittadini».
Bene ha fatto, per Assohotel Confesercenti, «il ministero del Turismo ad avviare un tavolo di confronto che porti a una nuova legge in materia. Legge che a nostro avviso deve avere come obiettivo principale il contrasto concreto ad abusivismo e concorrenza sleale e l’eliminazione di ogni incertezza normativa», dice il presidente Vittorio Messina.
«Al momento esiste una eccessiva disparità di trattamento tra le strutture alberghiere e le extralberghiere, con la bilancia degli oneri normativi, burocratici e fiscali che pende decisamente dal lato degli alberghi – chiarisce – Non faremo certamente mancare il nostro contributo per una nuova legge, oggi quantomai necessaria, e apprezziamo il lavoro di concertazione messo in campo dal ministro Santanché. Occorre disciplinare il settore per tutelare il cliente finale, che deve trovarsi di fronte a strutture ricettive che rispettino tutti i parametri di sicurezza, e tutte le imprese del comparto, che ad oggi si trovano a giocare la stessa partita, quella dell’ospitalità, ma con regole diverse. Sono oggi tantissime le strutture che nelle nostre città operano sostanzialmente sul mercato alberghiero, senza però rispettare le stesse norme che la legge impone a una struttura alberghiera. È questo il vero nodo da affrontare e da risolvere: imprese che lavorano all’interno dello stesso mercato devono rispettare le stesse regole».
In merito al disegno di legge presentato dal ministro del Turismo Santanché per limitare gli affitti brevi, Atr Milano, associazione degli albergatori dell’area metropolitana milanese aderente a Confesercenti, propone un approccio alternativo per affrontare la questione in modo che siano conciliate le esigenze degli albergatori, non siano penalizzati i property manager che fanno affitti brevi imprenditoriali e sia tutelata la proprietà privata.
L’associazione, infatti, pur riconoscendo alcuni aspetti positivi della proposta, come il codice unico per gli affitti brevi e la banca dati nazionale, ritiene che il provvedimento, con l’introduzione del limite di due notti di permanenza minima nel centro città alle locazioni turistiche, non affronti adeguatamente la problematica della concorrenza sleale agli hotel.
L’associazione suggerisce «l’introduzione di un limite massimo al numero di notti all’anno in cui i proprietari non imprenditoriali possono affittare la propria casa a breve termine. Il numero di giorni andrebbe poi deciso dai singoli comuni in base alle caratteristiche della città, dato che ognuna ha flussi turistici differenti», come spiega il presidente di Atr Rocco Salamone. Con una misura di questo tipo si riuscirebbe a proteggere l’industria alberghiera senza penalizzare coloro che desiderano occasionalmente condividere la propria residenza e senza creare danni concorrenziali a chi fa affitti brevi per mestiere. Inoltre permetterebbe ai privati di affittare le stanze agli studenti quando le università sono operative e ai turisti in periodo di vacanza.
Sul cosiddetto ddl Santanchè si era espressa anche Federalberghi, sottolineandone le criticità.