L’effetto Covid-19 per l’hôtellerie non riguarda soltanto l’azzeramento dei ricavi, ma anche il peso ormai insostenibile degli affitti. È il nuovo allarme lanciato da Federalberghi, che a seguito dei risultati di uno studio condotto da Ernst & Young, volto a supportare la ridefinizione dei rapporti contrattuali tra proprietari e conduttori di immobili, ha fatto emergere la urgenza di una piena cooperazione delle parti che possa permettere, con un momentaneo e parziale sacrificio dei primi alla sopravvivenza degli albergatori affittuari.
Da questi dati l’osservazione del presidente della federazione, Bernabò Bocca: «Se si coopera, si esce tutti insieme dalla crisi senza eccessivi danni, mentre con la rigidità e l’inevitabile contenzioso, si perde tutti. Federalberghi sta continuando ad attenzionare governo e Parlamento su questo tema, con l’obiettivo di migliorare i contenuti del decreto Rilancio: in particolare, oggi proponiamo di incrementare l’intensità dell’aiuto previsto per l’affitto d’azienda e prolungare la durata del credito d’imposta, attualmente limitata a tre mesi».
Ancor più esplicita la precisazione di Walter Pecoraro, consigliere nazionale di Federalberghi: «La finalità di questo lavoro è aiutare la sopravvivenza di un asset fondamentale per il turismo e l’economia italiana, che oggi rischia di scomparire. La negoziazione di un affitto commisurato al fatturato può permettere a conduttori e proprietari di ripartire insieme più forti».
Lo stress test dello studio ha simulato tre livelli diversi di calo del fatturato e come questo incide sui parametri di sostenibilità del canone sia dal punto di vista del conduttore che del proprietario.