by Redazione | 18 Gennaio 2018 7:00
È legittimo il controllo del Fisco sui conti correnti di professionisti. Secondo Qui Finanza, il denaro versato può essere sottoposto a esame con lo scopo di accertare eventuali redditi non dichiarati. Ai sensi dell’articolo 32 del dpr 600/1973, l’Agenzia delle Entrate, se nutre il dubbio che vi siano operazioni sospette, può richiedere alla banca “notizie e documenti relativi a qualsiasi rapporto intrattenuto o operazione effettuata” dal contribuente oggetto di controllo. In pratica, lo Stato può controllare in qualsiasi momento il conto corrente bancario di qualunque cittadino.
Inoltre, secondo una recente sentenza della Corte di Cassazione (n° 6947 del 17 marzo 2017), i movimenti sui conti correnti dei professionisti e dei lavoratori autonomi è assistita dalla presunzione legale a favore del Fisco. Ciò vuol dire che la presunzione legale non necessita dei requisiti di “gravità, precisione e concordanza” ed è superabile soltanto dalla prova contraria fornita dal contribuente.
In altre parole il Fisco può, per legge, presumere che versamenti e prelievi operati sui conti correnti bancari del contribuente siano imputati a ricavi conseguiti dallo stesso contribuente nell’esercizio della propria attività professionale, se il contribuente non riesce a dimostrare l’estraneità alla produzione del reddito (o di averne tenuto conto in fase di determina della base imponibile).
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