L’accusa di concorrenza sleale, comunicazione ingannevole e – ciliegina sulla torta – la diffida a «cessare immediatamente l’invio di comunicazioni lesive dell’immagine e del lavoro delle agenzie di viaggi, nonché diffamatorie e denigratorie della loro attività». Pena, la richiesta futura di risarcimento dei danni. Aiav, associazione che rappresenta una parte delle adv italiane, è passata all’attacco scrivendo a Ryanair attraverso il suo legale Veronica Scaletta. Non solo scioperi “irresponsabili”, ritardi e cancellazioni – che la rendono invisa al turismo organizzato – la low cost irlandese è nell’occhio del ciclone su vari fronti. Non da ultimo, l’antico attrito con le agenzie, che le recenti dichiarazioni “pro trade” non hanno certamente sedato.
A mandare ora su tutte le furie la sigla guidata da Fulvio Avataneo, e non solo, un’email della compagnia inviata ai clienti delle agenzie. “La tua prenotazione – scrive Ryan ai passeggeri – è stata identificata come effettuata tramite un’agenzia di viaggi online (Ota) e, purtroppo, questo rende molto difficile per noi offrirti il tipo di servizio che vorremmo. Queste prenotazioni non autorizzate tramite sistemi automatizzati di estrazione dati dai siti web per uso commerciale (screen scraper) sono fonte di grande frustrazione per i clienti e per Ryanair, poiché le prenotazioni che effettuano non contengono alcuna informazione riconducibile a te, utilizzano carte di credito che non sono di tua proprietà per proteggere la prenotazione e mascherare gli indirizzi email impedendoci di contattarti direttamente. Di conseguenza, potrebbe non essere possibile accedere alla prenotazione per apportare modifiche al viaggio o per effettuare il check-in dei voli sul nostro sito web. Per le prenotazioni future, accedi a Ryanair.com o utilizza la nostra app per prenotare direttamente con noi ed evitare potenziali commissioni addebitabili tramite agenzie di viaggi online”.
Eppure, in questo caso le Ota non c’entrano. I passeggeri a cui viene indirizzata questa email, rileva l’avvocato di Aiav, «non hanno acquistato il biglietto aereo tramite un’agenzia di viaggi online, che utilizza sistemi di screen scraping, ma presso una tradizionale adv». Dai “Termini d’uso” sul sito di Ryanair, peraltro, prosegue il legale, «non si evince in alcun modo un divieto di prenotazione per le agenzie di viaggi».
L’email della compagnia, che viene inviata indistintamente a tutti i clienti che si sono avvalsi di un intermediario, attacca l’associazione, «ha quindi certamente un contenuto diffamatorio e offensivo nei confronti delle agenzie di viaggi, che vengono indicate come “intermediari non autorizzati”, con una decisa distorsione della realtà. Non solo. Va detto che molto spesso le agenzie di viaggi tradizionali sono “costrette” a utilizzare Ryanair, laddove sia l’unica compagnia (o una delle poche) a servire determinate destinazioni in una situazione di monopolio di mercato».
Per Aiav, la missiva inviata da Ryanair ai passeggeri «integra anche un profilo di concorrenza sleale, laddove si concretizza in una comunicazione ingannevole e comparativa a danno di altre imprese. Riteniamo, quindi, che vada radicalmente rivista, aggiornata e chiarita». Da qui la diffida e la minaccia di «procedere presso le competenti Autorità per far cessare tali comportamenti».
Per Ryanair (così come per le altre low cost) questa è senza dubbio la stagione più buia della storia. Come nel più classico dei vasi di Pandora, sotto il peso della crisi provocata essenzialmente da caro energia e mancanza di personale, emergono falle, carenze e “inimicizie” che fanno vacillare un sistema che solo ora si rileva molto, ma molto fragile. E il cui futuro è oggi costellato di incognite.