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Agenzie super esigenti
se si tratta di gruppi

In pullman o in aereo. Con un t.o. o un’adv o, come nel caso dei Millennials, organizzando l’itinerario per conto proprio. Anche nell’era del travel 3.0, il business dei viaggi di gruppo non conosce flessioni. Anzi, sono sempre di più coloro che, per carattere o attitudine, desiderano viaggiare insieme ad altri, spesso anche partendo da soli. E dove trovare i potenziali compagni, se non sui social o su un forum? Ci sono gli amanti delle città d’arte o gruppi over 60; appassionati di natura e chi cerca il relax termale; o ancora, come nel caso del britannico Solitair Holidays, i single desiderosi di partire con altri single. Per loro, l’operatore organizza vacanze per tutte le età e condizioni (vedovi, celibi e nubili, sposati o fidanzati che partono separati), cercando di creare gruppi il più possibile omogenei. Negli Usa, poi, i termini girls gateways e mancation sono entrati nel gergo per indicare quei viaggi dove persone dello stesso sesso possono condividere esperienze e stringere amicizie.

In Italia, nel frattempo, il segmento tira e le agenzie si sono fatte sempre più esigenti quando si tratta di prenotare un viaggio di gruppo. «Abbiamo una programmazione vastissima e storica (dal 1954) in autopullman, che le adv prenotano da un catalogo di 300 pagine con date garantite», racconta Arianna Pradella, direttore commerciale Caldana Travel Service e Utat Viaggi, che sottolinea come siano cambiate le tipologie di richiesta. «Esistono ormai varie combinazioni: viaggio tutto bus, volo+bus, solo tour o la combinazione simply bus per giovani e repeater, che include solo il passaggio in bus e il soggiorno in hotel in b&b, con giornate libere». Completa l’offerta un reparto dedicato ai gruppi chiusi extra catalogo, in grado di personalizzare qualunque programma. Tra le novità dell’estate, l’itinerario Sulle Tracce di Lutero, oltre a viaggi in Germania, Repubbliche Baltiche, Uk, Romania e Croazia.

Focus sulla preparazione del personale per Boscolo Travel, che ha da poco rinnovato il team gruppi. «Conosciamo bene le destinazioni e siamo in grado di aiutare le adv a trovare la soluzione giusta», dice il direttore vendite Salvatore Sicuso, che per l’estate punta su tre tour: Francia gotica e champagne; Navarra, Paesi Baschi e Rioja; Islanda. Il target? «Soprattutto culturale, viaggiano con noi famiglie, associazioni, cral e circoli, ma anche gruppi di turisti indipendenti». I tour culturali sono un must anche per Malatesta Viaggi, operatore riminese che per il 2017 propone una decina di new entry tra cui Usa e Canada. In forte ascesa, dice, «il turismo sociale con soggiorni balneari e termali, integrati da attività culturali e di svago».

«Hotel e single, il tasto dolente»

C’è gruppo e gruppo: quello omogeneo, affine per età, status o interessi; quello non omogeneo, che in comune ha solo la meta, e parte in gruppo per risparmiare. Nel primo caso l’ideale è includere pasti e attività; nel secondo lasciare tempo libero ai singoli, per scegliere cosa visitare senza troppi vincoli. Un ruolo strategico quello dell’accompagnatore, cui spetta il compito di creare lo spirito di gruppo, anche prima della partenza, magari su Whatsapp. Entrambe le tipologie vanno incontro a due problematiche: il pregiudizio che il gruppo si accontenti di alloggi alla buona, un cliché tutto da sfatare; la penalizzazione dei single, costretti a pagare quasi sempre un supplemento. È l’analisi di un esperto: Mariarosaria Proto, amalfitana, docente per 40 anni di Discipline turistiche e viaggiatrice di gruppo doc.

Ai Millennials piace in comitiva

In viaggio sì, ma solo tra amici o amiche. Le ultime ricerche da oltreoceano fanno emergere una tendenza chiara: i Millennials, e i loro fratelli maggiori (fino ai 40 anni), la pensano allo stesso modo. Amano più di ogni altra cosa andare in vacanza in comitiva, per rinsaldare rapporti e crearne di nuovi, anche professionali. E se mete all’avanguardia nel destination management come Las Vegas hanno già da tempo pensato a long weekend per comitive di amici di lunga data, nel resto del mondo l’iniziativa è lasciata ai singoli operatori.

Eppure, quando si parla della Generazione Y, i motivi per evitare i viaggi in solitaria non mancano. A cominciare dal fatto che per persone così legate alla condivisione di esperienze, esistono poche cose migliori che attività e scoperte fatte in gruppo. Non solo: viaggiare da single costa molto di più che farlo in un gruppo precostituito, meglio ancora se organizzato da un t.o. in grado di negoziare in anticipo room night e tariffe aeree. Per non parlare del fatto che, senza l’aiuto di guide professionali e consulenti di viaggio preparati, preparare il proprio gateway fin nei minimi dettagli, tra app e forum di viaggio per non perdersi nulla-ma-proprio-nulla dei luoghi visitati, può rivelarsi una faccenda molto stressante. Per riuscire a conoscere le culture dei luoghi, poi, la tecnologia e i device mobile servono fino a un certo punto; serve qualcuno che parli la lingua locale e sia in grado di portare i viaggiatori davvero off the beaten path.

 

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