Agosto, delizia e croce del turismo italiano

Agosto, delizia e croce del turismo italiano
02 Agosto 12:47 2024 Stampa questo articolo

Un milione di partenze in più rispetto allo scorso anno. Agosto si conferma il mese più gettonato per le ferie degli italiani, con un totale di 19,2 milioni di viaggiatori. L’identikit della vacanza tipo dei nostri connazionali, durata media, budget, mete prescelte, tipo di soggiorno, si delinea nel “Focus sulle vacanze di agosto degli Italiani” dell’Osservatorio Turismo Confcommercio, elaborato in collaborazione con Swg su un campione composto da 1.037 cittadini italiani tra 18 e 80 anni intervistati tra il 15 e il 22 luglio. I numeri abbagliano, ma forse non è tutto oro quello che luccica.

A partire dal numero, piuttosto esiguo, di persone coinvolte nell’indagine, fino ad altre “letture estive” meno brillanti. Come quella di Confindustria Alberghi che, per esempio, parla di agosto in chiaroscuro per le città d’arte, con prenotazioni, a partire dalla terza settimana, inferiori rispetto al 2023. Inoltre, fa notare Federturismo, un italiano su tre ha scelto i mesi meno cari di giugno e settembre per le vacanze. E per Federalberghi il 44,8% della popolazione ha rinunciato alle vacanze estive, soprattutto per mancanza di liquidità. In sintesi, le cifre di Confcommercio sono confortanti, ma per il conto finale ci rivediamo a settembre.

Tornando quindi al “Focus sulle vacanze di agosto degli Italiani” , quelle di lunga durata, almeno 7 giorni, sono in crescita e compensano un lieve calo nei viaggi di durata media, da 3 a 6 giorni. Le famiglie italiane hanno destinato un budget complessivo di 15,5 miliardi di euro per le ferie di agosto, +1,5 miliardi rispetto al 2023. Di questo importo, 10 miliardi sono riservati alle vacanze di lunga durata, con una spesa media di 1.040 euro a persona, il 10% in più rispetto ai 945 euro dell’anno scorso.

Ferie all’insegna del riposo nel 47% dei casi, da dedicare a sé stessi e agli affetti più cari, per quei 4 intervistati su 10 che si dichiarano anche appassionati delle produzioni enogastronomiche tipiche della destinazioni prescelte. Breve, medio o lungo che sia il soggiorno, 6 Italiani su 10 scelgono comunque una struttura turistico-ricettiva per i loro pernottamenti. Gli alberghi risultano in testa, raccogliendo da soli il 22% delle preferenze, ma è positiva la performance anche dei campeggi e dei villaggi vacanze. Le seconde case e l’ospitalità presso amici e parenti sono la scelta più ricorrente tra gli altri, con un 18% di intervistati che optano per tale soluzione.

Ad agosto, comunque, gli italiani scelgono nettamente il mare: 3 su 10, ben al di sopra della montagna, che totalizza il 12% delle preferenze. Seguono città e luoghi d’arte. Oltre 7 su 10 puntano a mete nazionali, e due terzi di questi lo fanno uscendo dalla propria regione.

Dunque un perimetro degli spostamenti decisamente interessante, a cui si aggiunge un 19% di partenze per l’Europa e un 8% verso mete extra europee. Sicilia, Puglia e Calabria compongono la testa della classifica delle regioni più gettonate, nella quale rientra però anche l’Emilia Romagna, tallonata da Toscana, Sardegna e Trentino Alto Adige. All’estero, così come in generale durante tutta l’estate, Grecia, Spagna e Francia non hanno praticamente rivali.

L’AVANZATA DEGLI AFFITTI BREVI

Alberghi, si diceva, sempre in testa alle preferenze degli italiani, ma la crescita della ricettività diffusa è poderosa: tra il 2014 ed il 2024, secondo Confesercenti, le imprese attive come case vacanze, affittacamere e b&b sono aumentate del 147%, raggiungendo le 34.975 unità. Un’esplosione che sta trasformando non solo il comparto ricettivo, ma anche città e paesi: prova ne sia Amalfi, dove l’avanzata degli affitti brevi erode 100 residenti l’anno. E dal 2014 è sparito il 12% dei bar, negozi alimentari, di abbigliamento e delle altre attività commerciali di base. Numeri da non sottovalutare.

La diffusione di piattaforme come Airbnb ha semplificato l’iter dei proprietari di immobili per entrare nel mercato degli affitti brevi e un numero sempre maggiore di persone vede nelle locazioni turistiche un’opportunità di reddito aggiuntivo: solo su Airbnb, ad agosto, sono in offerta oltre 700mila sistemazioni, di cui l’85% circa appartamenti riconvertiti all’ospitalità turistica, gestiti direttamente in gran parte dal proprietario.

Il fenomeno è in ascesa nelle grandi città: nei Comuni con oltre 250mila abitanti le imprese della ricettività diffusa sono passate in 10 anni da 2.823 ad 8.579, con un incremento del 204%. Di poco inferiore quello registrato dai Comuni tra 50 e 250mila residenti (+196%) e dalle località intermedie (+182% per i Comuni tra 15 e 50mila abitanti). L’ondata del turismo diffuso non risparmia neanche i piccoli centri: case vacanze, affitti brevi e b&b crescono anche nelle località con una popolazione compresa tra 5 e 15mila abitanti (+136%) e nei micro-comuni con meno di 5mila residenti (+80%).

Tutto bene fino a un certo punto, avverte Confesercenti: “Complessivamente, una tripla metamorfosi per i nostri centri urbani: gli appartamenti diventano attività ricettive, i negozi e i servizi essenziali spariscono e il commercio si dematerializza. Un fenomeno che va monitorato con attenzione: la deregolamentazione di fatto in cui si è sviluppato il mercato degli affitti brevi in Italia ha già portato a gravi squilibri, favorendo le non-imprese e svuotando molte località di residenti e sostituendole con turisti. Un processo che contribuisce a rendere meno sostenibili le imprese del commercio di vicinato, già in difficoltà per la concorrenza delle grandi catene e delle piattaforme di ecommerce“.

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