Ai nel travel: quando è giusto impiegarla e quando no

by Mirko Lalli | 13 Dicembre 2024 11:45

VOICE OF LEADER di Mirko Lalli – Non è assolutamente un iperbole dire che l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando interi settori della nostra società e dell’economia, a partire dal turismo, dove sta emergendo come uno strumento potente che promette di trasformare il modo in cui gestiamo anche le destinazioni turistiche. Tuttavia, come ogni innovazione, il suo valore dipende da come la utilizziamo. Non tutte le soluzioni possono essere implementate direttamente dalle destinazioni – molte richiedono partnership con aziende specializzate in Ai, analisi dati o tecnologia. Il successo dipende sempre più dalla costruzione del giusto ecosistema di collaborazioni.

Ma quali sono gli ambiti in cui l’intelligenza artificiale può davvero fare la differenza? Partiamo da uno degli aspetti più impegnativi della gestione turistica: la personalizzazione dell’esperienza. L’Ai eccelle nella creazione di itinerari personalizzati su larga scala. Pensate a una città turistica che riceve migliaia di richieste diverse: famiglie in cerca di attività per bambini, appassionati d’arte che vogliono esplorare musei, amanti del cibo alla ricerca delle migliori esperienze gastronomiche. L’Ai può rapidamente generare proposte che tengono conto di tutto, dal meteo agli orari di apertura, dai budget alle preferenze personali.

Questa capacità di gestire grandi volumi di dati si rivela preziosa anche nel prevedere e gestire i flussi turistici. Analizzando dati storici, prenotazioni attuali ed eventi in programma, l’Ai può aiutare a prevedere potenziali situazioni di sovraffollamento e suggerire alternative. Immaginate di poter sapere in anticipo quando un’attrazione rischia di essere troppo affollata e poter suggerire ai visitatori orari o percorsi alternativi. Questo non solo migliora l’esperienza dei turisti ma aiuta anche a proteggere le risorse della destinazione.

La comunicazione è un altro ambito in cui l’Ai sta dimostrando il suo valore. Una destinazione ha infinite storie da raccontare, ma deve adattarle a diversi pubblici e piattaforme. L’intelligenza artificiale può aiutare a trasformare un singolo contenuto in molteplici formati – da post social ad articoli di blog, da newsletter a contenuti per app – mantenendo sempre coerente il messaggio identitario ma adattandolo al contesto specifico.

Nella gestione operativa, l’Ai funziona come un assistente super efficiente. Può prevedere quando servirà più personale, quali attrazioni richiederanno maggiore manutenzione, e come ottimizzare i servizi di pulizia e sicurezza. Questo non solo migliora l’efficienza operativa ma contribuisce anche a ridurre gli sprechi.

Tuttavia, esistono ambiti in cui l’Ai non dovrebbe sostituire l’elemento umano. L’interpretazione della cultura locale è uno di questi. Mentre l’intelligenza artificiale può memorizzare fatti e date, non può trasmettere l’anima di un luogo o il significato profondo delle tradizioni locali. Questo è un compito che richiede la sensibilità e l’esperienza delle guide locali e delle persone hanno vissuto e respirato quella cultura.

Lo stesso vale per la costruzione di relazioni con la comunità locale. La fiducia si costruisce attraverso interazioni personali, comprensione delle dinamiche locali e capacità di navigare situazioni delicate. Questi sono aspetti che richiedono un tocco umano e non possono essere delegati all’Ai.

La creazione di esperienze autentiche è un altro ambito dove l’elemento umano resta centrale. Solo chi conosce profondamente un luogo può capire quali esperienze saranno veramente significative per i visitatori e come presentarle in modo rispettoso della cultura locale.

Infine, le decisioni etiche e strategiche devono rimanere saldamente nelle mani umane. L’impatto del turismo su una comunità, le scelte di sviluppo sostenibile, il bilanciamento tra benefici economici e preservazione culturale sono tutte decisioni che richiedono una comprensione profonda delle implicazioni sociali, culturali ed etiche che va oltre le capacità dell’Ai.

Il successo nel turismo moderno non sta quindi nel scegliere tra Ai ed esperienza umana, ma nel trovare il giusto equilibrio tra le due[1]. L’Ai può gestire efficacemente i compiti che richiedono analisi di grandi quantità di dati e automatizzazione di processi ripetitivi, permettendo così al personale umano di concentrarsi su ciò che sa fare meglio: creare connessioni significative, prendere decisioni etiche e garantire esperienze autentiche e memorabili.

Endnotes:
  1. trovare il giusto equilibrio tra le due: https://www.lagenziadiviaggimag.it/bto-2024-al-via-ai-protagonista-missione-equilibrio/

Source URL: https://www.lagenziadiviaggimag.it/ai-nel-travel-quando-impiegarla-e-quando-no/